Quando il tennis era diventato Open da circa due anni Jack Kramer, il miglior giocatore dei primi anni del secondo dopoguerra che fece in tempo a vincere Wimbledon e gli US Open prima di passare tra i Pro, ebbe un’idea brillante.
Nel 1970 organizzò presso il West Hants Club di Bournemouth, piccola cittadina nel sud dell’Inghilterra, il primo torneo del circuito Grand Prix. Quell’anno ne furono organizzati venti.
Negli anni successivi questo numero crebbe velocemente. I promoter facevano a gara per organizzare tornei con montepremi sempre più cospicui capaci di attrarre i giocatori migliori, un numero sempre maggiore di sponsor e moltissimi spettatori.
A seconda dei risultati che ottenevano, i player ricevano i punti necessari per partecipare ad un Masters di fine anno, una grande esibizione dei migliori, – i Maestri – pronti a sfidarsi in un tutti contro tutti davanti ad un pubblico di appassionati felice di partecipare alla festa del tennis.
Alla prima edizione che si giocò dal 9 al 15 dicembre 1970 sul carpet del Metropolitan Gymnasium di Tokyo parteciparono Arthur Ashe, Ken Rosewall, Rod Laver, Stan Smith, Zeljko Franulovic e Jan Kodes.
Stan Smith, che si trovava particolarmente a suo agio su quella superficie, sconfisse in successione Laver, Kodes, Franulovic e Rosewall.
Il giorno che batté Ken e che gli valse di fatto il titolo compì 24 anni. L’Happy Birthday intonato da Kramer e dai diecimila spettatori fu un momento di festa emozionante ampiamente meritato.
La sconfitta in tre set del giorno dopo con Ashe, con il quale si aggiudicò anche il doppio, non compromise la vittoria finale.
Nonostante il successo al Masters, all’edizione di Forest Hills del 1971 e a quella di Wimbledon del 1972, Stan Smith è diventato famoso soprattutto per aver dato il nome ad un modello di scarpe che quasi tutti nella nostra vita, per almeno un periodo, abbiamo portato ai piedi.