Quando il 9 giugno 1990 Monica Seles, 16 anni e spiccioli, vinse al Roland Garros il suo primo titolo Slam battendo 7-6 6-4 Steffi Graf furono in molti a capire che nel tennis femminile stava incominciando a tirare un’aria diversa e che il dominio della tedesca che nel 1988 aveva vinto il Grande Slam impreziosito dalla medaglia d’oro alle Olimpiadi di Seul, incominciava a subire i primi scricchiolii che fino a quel giorno avevano fatto poco rumore.
Il successo di Monica difatti non fu un temporale improvviso, un lampo a ciel sereno, perché già l’anno prima sugli stessi campi la giocatrice di Novi Sad aveva fatto tremare in semifinale la principessa che si era salvata con l’esperienza e un pizzico di fortuna.
Monica veniva da cinque tornei vinti consecutivamente e il successo contro Steffi fu il trentaduesimo di una serie che sembrava infinita e che assumeva le sembianze di un dominio incontrastato.
Per lo stress accumulato nelle settimane precedenti Monica arrivò stanca all’appuntamento parigino e ai quarti di finale contro Manuela Maleeva aveva dovuto salvare al terzo set la palla del 5 a 1 per la bulgara e si era trovata a due punti dalla sconfitta sul 4-5 0-30.
In semifinale non lasciò spazio alla quattordicenne di origine italiana Capriati che dopo una carriera folgorante quando era ancora una bambina dovette aspettare 11 anni per vincere il primo titolo Slam proprio a Parigi ed arrivare in vetta alla classifica Wta.
Con Steffi, nella finale interrotta per pioggia, i momenti favorevoli si alternarono, le giocatrici si rincorsero. Dopo una partenza sprint di Monica fu lei che dovette recuperare punto dopo punto il tie-break che sembrava finito in tasca alla tedesca.
Sul 2-6, una serie di colpi vincenti – diritti, smash a rimbalzo, ace – e un doppio fallo di Steffi, le permisero di risalire la china fino ad un insperato 8-6.
Lo slancio portò Monica sul 3-0, prima di essere raggiunta e quasi superata, quando sul 4 pari dovette salvare due palle break.
Sul 5-4 alcuni errori di diritto in lunghezza e larghezza di Steffi consegnarono a Monica il primo dei suoi nove titoli Slam.
Sarebbero stati molti di più se la sua carriera a nemmeno 20 anni non fosse stata spezzata dal gesto di un folle, nonostante il ritorno in campo e nuove vittorie.
Dalla sua autobiografia sappiamo che oggi Monica è una signora felice. Ha sconfitto la depressione e la bulimia. Lontanissima dal mondo professionistico del tennis che l’ha resa ricca e invidiata, oggi si occupa di programmi educativi e di tennis giovanile.