La differenza di rango tra l’italiano e il giapponese si è vista al quinto set quando Alessandro non era lontano dalla grande impresa della sua carriera. In vantaggio 4-2, dopo aver vinto al tie-break il secondo e 6-4 il quarto, è stato rimontato passo dopo passo da Kei che ha strappato per due volte consecutive il servizio fino a chiudere 6-4.
Quasi coetanei, di pochi mesi più giovane lo spezzino, ma carriere ben diverse. Tre Challenger vinti dall’italiano contro dodici successi Atp, dei quali sei 500, del giapponese non sono poca cosa quando si tratta, dopo quattro ore di gioco, di andare a tirare le somme finali.
Kei, che sembrava meno carico di energie e falloso contro un giocatore che dal quarto set aveva cambiato marcia mettendo a segno ottimi sventagli di diritto e grandi volée, ha tirato fuori la maggiore esperienza e la capacità non solo di vincere ma di giocare partite Slam al quinto set.
Player con carriere che hanno corso lontane, una tra i grandi palcoscenici mondiali e l’altra tra Challenger e qualificazioni di tornei Atp, oggi pomeriggio hanno gareggiato spalla a spalla. Al gregario è mancato il fiato all’ultimo metro, ormai giunto in cima alla salita, per tagliare per primo il traguardo.
Auguro a Giannessi di ritrovarsi al più presto, dopo la delusione che non potrà non esserci, perché ha dimostrato che sul rosso può sicuramente giocarsela anche con player che lo sopravanzano di molte posizioni in classifica.