Manca un mese alle Finals di Coppa Davis che si giocheranno a Malaga dal 21 al 26 novembre. Da anni tentiamo la grande impresa, far tornare in Italia quel trofeo che fu nostro solo nell’ormai lontanissimo 1976 quando battemmo sul campo il Cile di Fillol dopo aver sconfitto la politica che non voleva che la squadra italiana partisse. Pietrangeli lavorò come ambasciatore dell’Italian tennis senza sottrarsi ai dibattiti pubblici e alle polemiche che furono molto forti in un periodo in cui si battagliava in televisione ma soprattutto nelle piazze.
Panatta, Barazzutti e Bertolucci fecero il loro giocando partite attente contro avversari abbastanza modesti per essere una finale. A distanza di molti anni l’evento che è stato maggiormente ricordato sono state le magliette rosse, segno di libertà in Cile, che Paolo e Adriano indossarono quando giocarono il doppio contro Cornejo e Fillol. Nessuno allora ne parlò, solo il film di Mimmo Calopresti lo ha riportato alla luce 33 anni dopo.
Ma veniamo a oggi, a quello che potrebbe succedere da qui a un mese. Non credo che Filippo Volandri stia dormendo sonni tranquilli perché sono molti gli aspetti di cui dovrà tenere conto se non vorrà ripetere gli errori dello scorso anno quando ebbe comunque la sfortuna di non poter schierare Sinner e per il doppio Bolelli. Filippo con solo tre incontri a disposizione per tie non può commettere nessun errore, non gli sono concesse distrazioni, cedimenti psicologici ma solo la massima attenzione sia nelle convocazioni che nelle decisioni prima dei match, il primo dei quali sarà giocato contro l’Olanda. Se dovessimo vincere potremmo incontrare la Serbia con Djokovic che ha già posto la Coppa Davis come obiettivo di fine stagione insieme ovviamente alle Atp Finals di Torino.
Chi saranno i convocati? Sinner è il punto fermo su cui puntare. Jannik giocherà a Vienna la prossima settimana e a Parigi-Bercy. L’impresa importante sarà quella di provare a vincere il Masters a Torino. Sarebbe importantissimo per il nostro sport e servirebbe tantissimo a lui che entrerebbe così nell’elite del tennis mondiale in modo definitivo. Ho parlato di impresa perché di questo si tratterebbe anche se le condizioni di gioco e il pubblico potrebbero essere elementi fondamentali in grado di spingerlo oltre. Nel 2019 alle Next-Gen di Milano era l’ultimo come classifica e il più giovane e nessuno pensava che fosse in grado di esaltarsi ed esaltare il pubblico come gli riuscì giocando una partita più convincente dell’altra, a parte quella con Humbert che tuttavia non aveva valore in termini di classifica.
Detto di Sinner tutto il resto è in alto mare e le onde sono agitate. Nessuna sicurezza per il secondo singolarista e ancora meno per il doppio che potrebbe risultare determinante. Cosa deve fare Volandri? Intanto non buttare nella mischia un giocatore che purtroppo quasi non si reggeva in piedi come fece l’anno scorso e poi dichiarare che non aveva nessuna altra possibilità. Ora deve pensare bene alle opportunità che possiamo mettere in campo, deve ascoltare i giocatori uno ad uno e insieme per prendere le decisioni migliori per la squadra.
Se guardiamo il ranking il n°2 è Musetti che tuttavia non sta vivendo un buon periodo tennistico. Negli ultimi mesi sono arrivate troppe sconfitte con giocatori modesti e sembra non aver ancora digerito il campo veloce indoor. Speriamo che ci stupirà nei prossimi tornei mostrandosi propositivo dal punto di vista mentale e magari con una posizione in campo più aggressiva.
Il giocatore nuovo del nostro team, il player che a parte Sinner ha fatto meglio nel 2023, è Arnaldi che a Bologna ha già esordito in modo positivo mostrando carattere e gioco. Dovrebbe finire la stagione senza passare dalle qualificazioni e così avrà modo di provarsi con giocatori di livello e rendersi conto fino a dove è in grado oggi di spingere l’asticella. Credo molto nelle sue capacità tecniche e di tenuta mentale. Potrebbe essere il player giusto da affiancare all’altoatesino.
Berrettini e Sonego sono due incognite per motivi diversi. Matteo non gioca da Flushing Meadows e sta rimandando di settimana in settimana il suo rientro in campo. Mi sembra quasi impossibile che Volandri lo possa schierare fra un mese, anche se stesse bene fisicamente, se non avrà giocato partite ufficiali o se ne avrà disputate un paio. Bisogna provarsi in campo e vedere come il fisico reagisce alle sollecitazioni di uno sforzo prolungato.
Lorenzo è capace di giocare partite straordinarie per abnegazione, impegno e voglia di lottare ma anche di deludere profondamente quando i meccanismi del suo gioco – in particolare servizio e diritto – non girano come dovrebbero. Giocherà le qualificazioni nei prossimi tornei. E’ sicuramente un’opzione ma non è detto che sia la scelta giusta.
Rimane il doppio e qui le nubi s’infittiscono, il cielo è ancora meno limpido. Chi convocare? La verità è che non abbiamo un doppio vero ma solo qualche doppista che negli ultimi mesi ha giocato un po’ a piacere. Bolelli–Fognini, Bolelli–Vavassori, Musetti–Sonego, o far giocare Jannik anche in doppio con un giocatore abituato alla specialità?
Ovviamente non so dare una risposta soddisfacente. Il problema esiste da tempo visto che Fabio e Simone hanno superato i 35 anni e Volandri se lo era già posto ma nessuna risposta finora è parsa convincente considerando anche che porrebbe diventare il punto determinante.