Shintaro Mochizuki è un giapponese ventenne di Kawasaki che vinse Wimbledon junior quando aveva 16 anni. Quest’anno ha iniziato giocando Challenger, ma anche le qualificazioni di tornei Atp e Slam per capire che brividi si provano quando si scalano vette più alte. Gli spettatori di Barletta, dove ha vinto il primo titolo Challenger, hanno di lui sicuramente un buon ricordo.
Spinto dagli spettatori di casa all’Open del Giappone ha trovato la scintilla e forse ha anche capito che le sue potenzialità sono di buon livello. Ha recuperato al secondo turno una partita quasi persa con Fritz e ha sconfitto Popyrin dopo dura lotta.
In semifinale ha incontrato un giocatore più esperto, Aslan Karatsev, che quando trova la giornata giusta diventa un pericolo per molti. Certo non è il giocatore che nel 2021 arrivò in semifinale a Melbourne. E’ sceso molto in classifica tanto che ha giocato diverse volte le qualificazioni. Il momento migliore dell’anno l’ha avuto a Madrid dove partendo dalle qualificazioni è arrivato in semifinale. In questo torneo non ha lasciato set a Tiafoe, Zhang e de Minaur.
Si è fermata così la corsa di Shintaro ma non senza aver dato il meglio delle risorse psicofisiche che aveva. Aslan ha giocato come sa, con la sua capacità di tirare senza paura diritti potenti e a gran velocità, come se ogni colpo fosse l’ultimo. Il rischio fa parte del suo mestiere ed è anche per questo che ha perso dei match che avrebbe potuto vincere considerato il potenziale.
Gli sono bastati due break, uno per set, per controllare il nipponico. Un ultimo game perfetto giocato concentrato e grazie anche al servizio molto performante ha suggellato una vittoria che ha sicuramente meritato. Ha concesso una palla break solo nel primo set, poi i giochi al servizio sono corsi veloci grazie alla sua capacità di colpire con un timing perfetto. Nel secondo set, tanto per capirci, ha perso solo sei punti al servizio.
Karatsev-Mochizuki 6-3 6-4
Il russo incontrerà in finale Ben Shelton, che battendo Marcos Giron, ha compiuto una piccola impresa perché ha rimontato, con il suo gioco aggressivo e spettacolare, una partita praticamente persa. Il gioco è divertente e vario. Diverse sono le sortite a rete di entrambi. Nella prima frazione Ben ha avuto la possibilità di chiudere sul 5-4 ma con una prodezza Marcos si è rimesso in gioco. Giron, più aggressivo al tie-break, ha comandato da fondo e chiuso abbastanza agevolmente con due vincenti.
Nel secondo set il giocatore di Atlanta si è trovato sotto di due break e sul 5-2 credo fossero in pochi a credere alla sua rimonta. A quel punto è difficile distinguere tra i meriti di Ben che sembrava aver abdicato e la paura di vincere di Marcos che ha continuato a giocare aggressivo ma ha incominciato a sbagliare un po’ troppo. Il giocatore della Georgia non solo ha recuperato ma poteva già vincere al dodicesimo game. Non ci è riuscito ma lo ha fatto al tie-break dove è stato svelto a recuperare dal 2-4.
Nella terza frazione il break decisivo è arrivato al settimo game e non è bastata la palla break che il californiano ha avuto disposizione nel decimo. Shelton ha recuperato giocando sempre aggressivo e chiuso per la sua prima finale Atp.
Shelton-Giron 62-7 7-65 6-4