La prima volta che si parlò con decisione di cambio generazionale nel nostro sport avvenne quando Alexander Zverev vinse nel 2017 al Foro gli Internazionali. Sascha, che aveva da poco compiuto vent’anni, sconfisse abbastanza nettamente il trentenne, li avrebbe compiuti il giorno dopo, Novak Djokovic. Poi come tutti sappiamo gli eventi si sono succeduti in modo sicuramente più lento e diverso da come molti si aspettavano. Roger Federer si è dovuto arrendere al suo ginocchio e all’età che avanzava, Rafa Nadal che finì il 2022 in seconda posizione mondiale quest’anno prova a tornare, mentre Nole è ancora l’incontrastato n°1.
Daniil Medvedev (3) nel 2019 si è messo in luce sul cemento americano entrando stabilmente nel gotha mondiale, ma anche Stefanos Tsitsipas (6) di due anni più giovane e Dominic Thiem attuale n°98 fecero la loro parte per provare a svecchiare uno sport che proponeva sempre gli stessi protagonisti.
In pochi anni molti nomi nuovi si sono succeduti, anche se alcuni commenti interessanti, controllando la classica finale 2023 top 50 si possono fare. Il fatto più rilevante, che secondo me conferma un trend che mi sembra incontrovertibile, è l’affermazione dei nati nel nuovo millennio che stanno correndo più velocemente dei player della seconda metà degli anni’90 che a forza di attendere il loro momento sono scivolati leggermente nel ranking.
Il caso più eclatante è chiaramente quello di Carlos Alcaraz (2) che a vent’anni ha già vinto due titoli Slam – Wimbledon in modo inaspettato – ed è già stato n°1 della classifica mondiale. Il primo giovanissimo ad affermarsi è stato Felix Auger-Aliassime attualmente 29,ma già top ten, che in questa stagione ha vissuto un anno di crisi, in successione è arrivato Jannik Sinner (4) che ha dimostrato una crescita forse meno veloce di quella che ci aspettavamo ma molto sicura, e Holger Rune (8) dal quale il mondo del tennis si aspetta molto. Il braccio è straordinario, il carattere meno. Vedremo come Becker, il nuovo allenatore, riuscirà a influenzare il suo gioco.
Tra i nati nel nuovo millennio che dovrebbero dire la loro in un futuro abbastanza prossimo ci sono sicuramente Ben Shelton (17), Sebastian Korda (24) e la grande promessa del tennis d’oltralpe Arthur Fils (36) di soli 19 anni. Noi speriamo anche in Lorenzo Musetti (27) che sulla terra battuta potrebbe essere uno dei protagonisti di alto livello. Viene purtroppo da una stagione non positiva.
Credo che entro un paio di anni saranno sempre meno i player degli anni ’90 che riusciranno a fare la voce grossa, escludendo forse Daniil Medvedev che sul cemento dovrebbe essere uno dei protagonisti assoluti per i prossimi cinque anni. Strana storia quella dei giocatori che oggi hanno intorno ai venticinque anni. Hanno aspettato inutilmente il crollo dei big three e adesso si vedono sorpassati dai nati nei primi anni 2000.
Tra le annotazioni statistiche interessanti noto che tra i primi dieci del ranking escluso Djokovic (1), il più anziano è il ventisettenne Medvedev (3), nei primi venti c’è il solo Grigor Dimitrov (14) che ha superato i 30 anni, mentre tra la ventunesima e la trentesima posizione ci sono inaspettatamente Adrian Mannarino (22) e Jan Lennard Struff (25), nella top 50 sfilano Karen Karatsev (35), Daniel Evans (38), per concludere con due miti come Andy Murray (42) e Stan Wawrinka (49), entrambi vincitori di tre titoli Slam.
Nel 2024 avremo nuove sorprese sia in senso positivo che negativo, qualcuno di nuovo si affermerà, magari tra i giovanissimi, e ci sarà qualche clamorosa caduta. E’ il bello del nostro sport e nessuno lo può fermare.