Il match Rublev-Kohlschreiber ha contrapposto un player a fine carriera e che quest’anno ha vinto poche partite contro un altro che forse ha giocato anche troppo. Dopo un inizio straordinario che ha fatto seguito a un fine 2020 giocato sempre a mille, negli ultimi due mesi i risultati di Andrej sono andati in calando come è normale che sia.
Non sono giocatori da erba ma il tedesco partecipa ad Halle, ha vinto l’edizione del 2011, da quando il russo aveva appena incominciato a giocare a tennis. Rublev deve ancora adattare il suo gioco ai manti erbosi, ne deve studiare ritmi e tempi.
Il moscovita serve bene e appena può chiude con il diritto. Gioca come se si trattasse di cemento o terra. Il tedesco tuttavia non è da meno e offre un maggiore ventaglio di soluzioni. Concede solo una palla break al sesto gioco ma riesce a tenere il servizio. 4-4 dopo quasi mezz’ora di partita. 5-5. Il gioco è essenziale, fondamentale finora la battuta. Non si vedono certo scambi imperdibili. 6-6.
Tie-break. Vola il tedesco fino al 3-0, 4-2 ma Rublev è perentorio e da fondo non sbaglia più. Chiude 7-4 con un bellissimo rovescio lungolinea.
Cedimento fisico o psicologico? Sta di fatto che Philipp, dopo aver perso il tie-break nonostante il vantaggio, ha concesso lo 0-1. Servizio Rublev. 2-0. 3-1. 3-2. Il russo gioca oramai in scioltezza e si concentra soprattutto sulla sua battuta. Andrej tiene con disinvoltura il game al servizio. 4-2. Ancora palla break. 5-2. Rublev chiude a 30. 6-2. Prima semifinale su erba della carriera.
Un’ultima considerazione. Una volta c’erano gli specialisti da erba. Era uno spettacolo vederli giocare. Oggi su questa superficie si giocano al massimo un paio di tornei oltre a Wimbledon. Nessuno ne conosce la vera natura e i player finiscono per giocarci come si fa con le altre superfici e di solito vince il più forte, il player più in forma, com’è successo oggi.
Rublev-Kohlschreiber 7-64 6-2