Se Djokovic non fosse stato squalificato per il gesto di stizza inconsulto e inadeguato agli Open degli Stati Uniti e avesse battuto Carreño sarebbe, con molta probabilità, arrivato in finale.
Thiem invece d’incontrare Zverev all’ultimo atto avrebbe giocato la partita con il serbo e probabilmente l’esito sarebbe stato diverso.
In finale Dominic con l’amico Sascha giocò male e recuperò al quinto un incontro quasi perso perché il tedesco incominciò a capire di essere vicinissimo al traguardo.
I movimenti del player di Amburgo s’irrigidirono, i colpi non gli uscivano più naturali, le percentuali di errore al servizio e con il diritto aumentarono.
Vinse Dominic. Sembrava per l’austriaco la consacrazione e l’inizio di una nuova carriera. Oggi, a distanza di qualche mese, dobbiamo purtroppo raccontare un’altra storia.
Da allora sono iniziati molti problemi fisici: forti dolori alle ginocchia e alle caviglie. Qualche giorno fa una lesione al polso destro che non gli permetterà di giocare a Wimbledon.
Insomma dopo il successo del primo Slam nessuna bella vittoria. Poche partite, tutte da dimenticare.
Detto dei problemi fisici che lo costringeranno a rimanere fuori dai giochi per ancora diverse settimane, sono le sue dichiarazioni che hanno lasciato umanamente perplessi:
“Quando passi tutta la vita a perseguire un obiettivo e la indirizzi per questo, una volta che lo hai raggiunto le cose smettono di essere le stesse. Mi sento vuoto”.
La sua vita – allenamenti, viaggi, alimentazione, fisioterapia – è sempre stata regolata dai tempi del tennis con l’obiettivo ultimo della vittoria, sempre più importante. Niente al di fuori.
Raggiunto lo scopo è arrivata l’angoscia, la depressione perché l’esistenza si è svuotata improvvisamente del significato che fino a quel momento la giustificava: il successo.
Dobbiamo augurare a Dominic di riprendere la strada giusta per guarire dentro, per ritrovarsi, per dare al tennis il peso che merita, per cercare le risorse positive che ha già dimostrato di avere.
Solo così potrà tornare al tennis liberato e ritrovare nello sport che ama quelle sane emozioni che lo faranno ritornare il giocatore che era.