Novak Djokovic farà parte della squadra serba che partecipa alle Olimpiadi di Tokyo. Dopo la vittoria di Wimbledon, pur essendo inserito nella lista olimpica, aveva lasciato qualche dubbio sulla sua adesione.
Non credevo per niente a una possibile rinuncia all’ultimo momento. E’ troppo forte il desiderio di riuscire a realizzare qualcosa di unico: il Grande Slam e l’oro olimpico nel giro di pochi mesi.
Mancheranno Nadal, Thiem, Bautista, Shapovalov e anche Federer, ufficialmente per problemi al ginocchio, che tuttavia ha sempre avuto molti dubbi su questo evento che secondo lui si gioca non in condizioni di totale sicurezza. Mancherà il pubblico, i giocatori saranno sottoposti a regole strettissime. Ricordo che solo una bassa percentuale di giapponesi è vaccinata.
Che Olimpiadi saranno? Il serbo è l’ovvio favorito. Certo ci sono Tsitsipas, Zverev, Berrettini e non mancheranno tanti altri buoni giocatori come Aliassime e Hurkacz, ma immaginare che Nole si possa lasciar sfuggire questa ghiottissima occasione è difficile da prevedere.
Un’eventuale vittoria a Flushing Meadows, che avrà un campo di partecipazione completo tra chi è nelle condizioni di giocare, lo renderebbe immortale. L’accoppiata Grande Slam e Olimpiadi, se mai dovesse avvenire, è qualcosa che non credo si possa ripetere nella storia del nostro sport. Ci riuscì Steffi Graf nel 1988.
Il rapporto tra tennis e Olimpiadi è sempre stato molto difficile. Lo definirei d’amore e di odio. Presente fin dalla prima edizione di Atene del 1896, il nostro sport fu escluso nel 1928. Vi ritornò ufficialmente solo a Seul nel 1988.
Il tennis è sempre stato considerato uno sport professionistico, anche quando non lo era ufficialmente, che rende i più bravi ricchissimi, mentre le Olimpiadi sono da sempre viste come i Giochi dell’atletica, del nuoto, della scherma, e di quei tantissimi sport che hanno pochissima visibilità durante l’anno se non nelle manifestazioni più importanti.
Dilettantismo e professionismo sono categorie che valevano sicuramente un tempo, oggi molto meno. Un atleta di livello mondiale di una qualsiasi disciplina, anche se non milionario, è comunque una persona che raggiunge, nella quasi totalità dei casi, standard socio-economici molto più elevati di un comune lavoratore, anche se ben pagato.
La nostra formazione, dopo la rinuncia di Sinner, si presenta al gran completo: Berrettini, Sonego, Fognini e Musetti. Ci sono speranze di far bene, oltre a quelle fin troppo ovvie di Matteo. Lo spirito di gruppo e l’amicizia che c’è tra i nostri giocatori, renderà il compito meno improbo e più piacevole. Il rischio che queste Olimpiadi verranno ricordate più per la mancanza di pubblico che per i record e per le gare che si disputeranno è molto concreto.