Sconfiggendo il finnico Emil Ruusuvuori lo statunitense di origine nipponica Brandon Nakashima arriva alla seconda finale consecutiva. La scorsa settimana a Los Cabos era stato fermato in modo netto e senza attenuanti da Norrie.
Ci riprova contro John Isner che ha sconfitto nel derby statunitense Taylor Fritz. Per John si tratta della nona finale in questo torneo. Evidentemente ha un feeling particolare con l’ambiente, il pubblico, la superficie che gli permette di esprimersi al meglio.
Brandon, che compirà vent’anni il 3 agosto, ha dimostrato in queste due settimane che le belle parole che si sono spese nei suoi riguardi non sono vane.
Dopo un primo set giocato meglio dal finnico che ha fatto break al primo e al nono gioco dimostrando maggiore solidità e fluidità nei colpi, più sicurezza e un miglior timing, nel secondo Nakashima ha aumentato i giri del proprio motore in particolare al servizio.
Aiutato da un pessimo inizio di Emil che ha commesso tre doppi falli nel primo game del secondo set, il giocatore di San Diego ha subito preso un vantaggio fondamentale che gli ha permesso di chiudere al decimo game. Lo statunitense è diventato ingiocabile al servizio – ha perso solo due punti quando batteva – e la partita è diventata un match allo specchio nella quale Brandon ha saputo gestire bene il vantaggio che l’avversario inopinatamente gli aveva offerto.
Il terzo set ha presentato una situazione completamente capovolta rispetto al primo. Break al primo e al nono gioco fatti stavolta dallo statunitense che ha chiuso il match con una certa disinvoltura. Bisogna anche dire che Ruusuvuori ha giocato troppo frettolosamente e con poca precisione i punti che gli sono costati il servizio e quindi il match.
Del californiano mi hanno stupito la prima, una grande determinazione e buone costruzioni a cercare il punto.
Nakashima-Ruusuvuori 3-6 6-4 6-
Il match tra Isner e Fritz, avversari che si conoscono benissimo, è stato giocato su poche palle. Solo alcuni scambi hanno fatto la differenza.
Il primo set dominato dal servizio, non solo quando serviva Isner che comunque ha fatto un maggior numero di ace e vincenti, è filato secondo un andamento regolare fino al tie-break vinto dal giocatore di Greensboro, come molto spesso gli capita, per 7 punti a 4.
Le uniche occasioni di strappare il servizio all’avversario le ha avute Isner che, complici due doppi falli di Fritz, si è trovato 0-40. E’ stato bravo il giocatore di Rancho Santa Fe a uscire con un servizio vincente, errori di John e un buon diritto dall’unica situazione di reale pericolo che si era venuta a creare nella prima frazione.
Nel secondo set sul 4-4 Fritz ha avuto due opportunità per andare a servire sul 5-4. Due ace dell’avversario sono serviti alla causa del gigante statunitense. All’undicesimo game le possibilità per Fritz sono state tre consecutive grazie ad un game in risposta giocato alla perfezione. Non si è fatto pregare fin dalla prima.
Nel terzo set è bastata una palla break al secondo gioco chiusa a rete con una buona copertura per fare la differenza. Volato sul 3-0 John non si è fatto più riprendere nonostante Taylor abbia avuto nel fatidico settimo game due opportunità per ritornare nel match.
Vedremo nella finale se sarà maggiore la forza di Isner a far suo il sesto titolo ad Atlanta o quella di Nakashima che può iniziare nella capitale dello Stato della Georgia la carriera che gli statunitensi credono possibile: quella di un campione.
Isner-Fritz 7-64 5-7 6-3