E’ la prima volta che Jannik Sinner incontra Federico Delbonis.
L’argentino comincia oggi la campagna sul cemento americano. Sappiamo che lui è soprattutto un giocatore da terra dove quest’anno è tornato a ottenere ottimi risultati anche nei tornei Atp di un certo prestigio. Nel 2021 ha giocato sul cemento solo due incontri perdendoli entrambi.
Per contro l’altoatesino ha offerto le migliori prestazioni stagionali proprio sul duro vincendo il Great Ocean Road Open, torneo di preparazione all’Open australiano, arrivando in finale al Masters 1000 di Miami e trionfando all’Atp 500 di Washington domenica scorsa. La sconfitta al primo turno del torneo di Toronto contro l’australiano Duckworth con una prestazione incolore è già stata dimenticata.
Che l’argentino sia un player poco adatto anche dal punto di vista tecnico a questo tipo di superficie lo si è visto già pochi minuti dopo l’inizio della partita. Jannik è partito teso, il timing non è arrivato subito. Ha impiegato un paio di game per entrare in partita.
Delbonis non ha sfruttato un paio di palle break nel secondo gioco che comunque non avrebbero cambiato l’esito del primo set che Jannik ha portato casa dominandolo.
L’altoatesino ha giocato in pressione come sa fare lui cercando gli angoli e girando intorno alla palla per chiudere con scioltezza. I colpi uscivano dalle sue corde con facilità.
Un altro giocatore rispetto a quello che avevamo visto a Toronto, più vicino alla versione di Washington. Lo sguardo cattivo, concentrato, la voglia di lottare su tutte le palle.
Si contano tre break a fine primo set, contro uno dell’avversario. E’ stato sempre avanti con Delbonis che appariva disarmonico nei movimenti. Troppi gli errori di diritto dell’argentino, anche quelli che un giocatore della sua categoria dovrebbe evitare.
Il secondo set si apriva come si era chiuso il primo. Era Jannik a fare gioco, a correre in avanti. Quando il match sembrava non lontano ai titoli di coda ecco l’imprevisto in agguato.
In vantaggio 4-3, 30-0 Sinner incominciava a gestire male il palleggio da fondo senza che l’argentino alzasse di molto il suo livello di gioco. Erano soprattutto gli errori di Jannik a pesare.
Con sette punti consecutivi il player di Azul prima strappava il servizio all’avversario e poi vinceva il proprio a 15. L’argentino si trovava così in vantaggio 5-4.
Nel primo e unico momento di difficoltà del match Jannik, vent’anni oggi, mostrava la garra vincendo un game lungo, di undici punti. Tornava a spingere, forse rincuorato, si riproponeva come nel primo set.
Alla terza opportunità brekkava per poi chiudere a 0 al dodicesimo gioco con un servizio vincente.
Jannik ha le stigmate del campione perché nei momenti di difficoltà sa ritrovare le risorse psicofisiche necessarie per vincere. Il prossimo incontro con Isner o Norrie sarà comunque difficile. Dovrà ulteriormente alzare l’asticella se vorrà approdare al terzo turno.
Sinner-Delbonis 6-2 7-5