Jannik Sinner si unisce a Matteo Berrettini nel raggiungere gli ottavi di finale, la seconda settimana, dell’ultimo Slam dell’anno. Entrambi hanno vinto in cinque set. Le frazioni dell’altoatesino sono state tuttavia più dure e lottate di quelle che ha dovuto affrontare il romano.
Era diverso l’avversario perché il giovane italiano ha incontrato una stella del tennis mondiale che nonostante l’età, gli acciacchi e le poche partite giocate durante l’anno è ancora un’icona capace di emozionare, esaltare, portare il pubblico dalla sua parte con il sorriso accattivante, la richiesta di applausi, ma soprattutto la capacità di tirare vincenti con un diritto che taglia le gambe, che lascia fermo.
Matteo ha incontrato un avversario sicuramente più in forma di Monfils ma non ancora molto conosciuto e non in grado quindi di trascinare le folle come riesce al parigino.
Sinner e Monfils hanno giocato una partita a tratti esaltante che si accendeva e spegneva continuamente mossa dal flusso magnetico che, con i loro colpi, trasmettevano al pubblico pronto ad accoglierlo per rimandarlo ai contendenti.
Il match è stato bello solo a tratti, diversi gli errori, i momenti di pausa tennistica in particolare di Jannik che hanno reso incerto il risultato, sospeso fino al set finale.
Alcuni game hanno caratterizzato l’andamento del match. Nel primo set il break di Gael all’undicesimo gioco non gli è bastato per chiudere. Il controbreak di Jannik è arrivato in un game veloce che non ha permesso al francese di voltarsi indietro. E’ andato in confusione tattica che è continuata nel tie-break dominato dall’altoatesino.
Monfils ha perso il filo del discorso, è andato fuori giri e Sinner è stato bravo a tenere, a economizzare tutto quello che di brutto veniva dall’altra parte della rete. Sbagliava anche lui e ogni tanto accelerava come gli capita spesso.
Il match pensavo fosse arrivato ai titoli di coda ma mi sbagliavo. Nel fatidico settimo game del terzo set immaginavo fosse decisivo il break di Sinner. Gael riagganciava il vagone, lo superava fino allo sprint. Erano passati pochi minuti e davanti ad un pubblico entusiasta il parigino lo aizzava e si rimetteva in gioco.
Nel quarto set il recupero del francese era ancora più imperioso. Dal 4-0 Sinner, Gael aveva la forza di mulinare il braccio per una serie di diritti vincenti che esaltavano il pubblico. Un parziale relativo di 6-0 lo portava al quinto set tra l’entusiasmo generale.
A quel punto era bravo il ragazzino. Approfittava di un calo di concentrazione dell’avversario. Scappava avanti, lottava generosamente su ogni punto, stringeva il pugno, guardava il suo angolo. Sapeva che ogni 15 era importante, il primo e l’ultimo di questa lunga sfida. Chiudeva senza regalare più niente.
Per Jannik non una delle sue partite migliori, verrà il tempo anche per quelle, ma è soprattutto grazie a queste sfide difficili che può formare un carattere vincente.
Sinner-Monfils 7-61 6-2 4-6 4-6 6-4