Daniel Evans a fine match deve sentirsi fiero. E’ il player che finora ha strappato più game a Daniil Medvedev: dieci contro gli otto di Gasquet, i sette di Koepfer e di Andujar.
Potrebbe sembrare una soddisfazione da poco ma di questi tempi con il moscovita che vive sulla Costa Azzurra bisogna accontentarsi, prendere quello che viene.
Del resto quali strategie avrebbe potuto intraprendere per dare fastidio a Medvedev? Quali frecce ha nella faretra per disturbare il gioco quasi perfetto dell’avversario? Credo poche.
L’inglese non ha potenti variazioni di ritmo con il diritto in grado di far male al russo, il back sulla diagonale sinistra incontra perfettamente il rovescio del russo che solitamente lo gioca molto bene, potente e fluido. Non avendo armi da fondo deve rischiare la prima e deve tenere una buona percentuale sulla seconda. Su queste deve scendere a rete ma spesso rischia di essere trafitto dalle perfette traiettorie lunghe, potenti e incrociate del russo.
Nel match non c’è stato colpo, variazione di ritmo, cambiamento di velocità e di direzione della palla che il player di Birmingham abbia tentato. Tutto inutilmente o meglio non in modo sufficiente per provare a far cambiare verso almeno per qualche minuto alla partita.
Per la cronaca i break sono arrivati quasi subito. Hanno sortito l’effetto di anestetico per l’incontro che è scivolato velocemente senza regalare grandi emozioni al pubblico e sono stati una forma di dissuasione per l’inglese che non poteva che scoraggiarsi anche se la volontà non gli è mancata e la capacità di rischiare nemmeno.
Medvedev-Evans 6-3 6-4 6-3