Grigor Dimitrov è tornato? Speriamo, perché è da anni uno dei migliori giocatori del Circuito anche se non è mai riuscito ad esprimere con continuità le sue enormi capacità, il talento cristallino che Madre Natura gli ha donato.
Ha avuto una stagione molto tribolata a causa anche del Covid. La semifinale bellissima giocata e persa per un soffio con Ruud a San Diego ha mostrato un player tirato a lucido capace di giocate che riescono veramente a pochi.
Il suo problema è saper esprimere per un periodo di tempo piuttosto lungo il suo miglior tennis. C’è riuscito troppe poche volte in carriera.
Oggi intanto abbiamo visto un Dimitrov d’annata, come i buoni vini che migliorano con il passare del tempo. Ha servito con percentuali altissime, ha giocato da fondo con una infinità di vincenti e ha risposto con palle velenose capaci di orientare il punto.
Il suo avversario odierno Reilly Opelka farebbe bene a giocare meglio piuttosto che a rilasciare alla stampa interviste molto pepate e critiche che finiscono solo per avvelenare il clima e non fanno bene a nessuno, in primis a lui.
Nel corso del match Grigor non ha offerto palle break mentre ha sfruttato in modo certosino due delle sei palle break che ha avuto a disposizione. Determinanti sono stati il sesto gioco nel primo set e il nono nel secondo.
Ci sono molte probabilità che agli ottavi incontrerà Medvedev. Al Masters 1000 di Cincinnati non ci fu storia. La prossima volta spero di vedere almeno un match più combattuto, anche se ovviamente Daniil è il sicuro favorito.
Dimitrov-Opelka 6-3 6-4