Ossessione da Atp race. Gli appassionati di tennis un po’ esperti da diversi anni hanno imparato a conoscerla e a consultarla prima del ranking Atp. Con la pandemia e i punti congelati la race è l’unica classifica che dica la verità, che smaschera senza sotterfugi qual è il rendimento effettivo del giocatore durante l’anno. I punti si accumulano sulla base dei risultati raggiunti settimana per settimana. E’ la classifica che non mente.
Anche se nel primo periodo dell’anno è quasi un gioco più che un ranking reale perché bastano un paio di risultati di buon livello magari inattesi, che un giocatore non considerato venga improvvisamente alla ribalta, viene presa sul serio fin dai primi mesi. Dopo la semifinale all’Australian Open, la vittoria a Dubai e la finale a Belgrado, Karatsev si è ritrovato tra i primissimi in questa speciale classifica e tutti noi abbiamo incominciato a chiederci fino a dove sarebbe potuto arrivare. I risultati dei mesi successivi lo hanno ridimensionato e oggi si trova in tredicesima posizione, onorevolissima ma non sufficiente per pensare di vederlo a Torino.
Questo per dire che diamo importanza all’Atp race quando ancora non dovremmo. Sarebbe da considerare almeno dopo Wimbledon. Prendiamo il caso di oggi. Con la vittoria di Indian Wells Norrie si propone come un possibile pretendente per le Atp Finals. Forse se le meriterebbe visto che il suo rendimento durante l’anno è stato di altissimo livello. Con il successo di questa notte ha inanellato sei finali con due vittorie e una serie di quarti di finale e una semifinale da far invidia anche ai migliori.
Dopo la finale al Queen’s si parlava di lui come di un possibile concorrente all’ottava posizione per le Atp Finals di Torino. Le sconfitte al primo turno a Toronto, Cincinnati e Flushing Meadows sembravano averlo ridimensionato ma la finale a San Diego e soprattutto la vittoria a Indian Wells lo ripropongono non solo più come un pretendente qualunque.
Con i mille punti conquistati ha fatto un gran balzo. Ha superato di 200 Sinner che adesso si trova costretto a fare un ottimo torneo – direi a vincere – ad Anversa se vuole superare l’avversario che ormai si trova in piena lotta per un posto a Torino. Ruud, Hurkacz, Norrie, Sinner e forse anche Aliassime tra Vienna, Parigi–Bercy e se serve anche Stoccolma, non devono più sbagliare un colpo. Ricordate quello che riuscì a fare Sock nel 2017? Grazie alla sua vittoria parigina e a una serie di circostanze scavalcò all’ultimo momento una decina di giocatori e si trovò catapultato a Londra. Nessuno perda la speranza. I giochi non sono ancora finiti e non si escludono sorprese.