Nel match tra Daniel Evans e Carlos Alcaraz si sono fronteggiati il gioco aggressivo a traiettorie potenti e veloci del next-gen spagnolo e quello tradizionale con molti slice di rovescio e improvvise accelerazioni dell’inglese adattato all’esigenze del gioco di oggi.
Per Carlos è la prima partita indoor a livello Atp. Stupisce in lui la capacità di adattarsi, di scendere a rete se è necessario, di essere sì aggressivo ma sempre fluido nei movimenti. Carlos, che ricordiamolo ha 18 anni, sa adattare la fase di difesa, ma anche quella di spinta. Non lo possiamo definire solo un contrattaccante da fondo ma un attaccante in evoluzione, che ha già raggiunto un livello di consapevolezza direi unico per un diciottenne. E’ avanti di almeno due anni rispetto ai suoi coetanei compreso Rune che ha un gioco che per certi aspetti ricorda ancora quello di un giovanissimo.
Sono stati necessari tre break contro due, con alcune incertezze di Evans sul 4-5, per dare ad Alcaraz il primo set. 6-4.
Chi avvicina Alcaraz al primo Nadal – diversi lo hanno fatto – non ha buona memoria. Rafa ha avuto una carriera irripetibile, ma soprattutto a 18 anni aveva caratteristiche tecniche molto diverse da quelle che ha invece Alcaraz che ha una scelta di colpi molto più varia.
Nel secondo set Carlos ha rimontato da 1-3 fino al 6-3 . Ha vinto 21 punti, ne ha persi 5. Gli abbiamo visto fare qualsiasi colpo, essere aggressivo ma anche giocare di fino. Non possiamo che aspettarci da lui una carriera da fuoriclasse.
Alcaraz-Evans 6-4 6-3