C’è voluto Jannik Sinner perché un italiano riuscisse a fermare lo scatenato Taro Daniel, giapponese solo di passaporto visto che è nato a New York e si è formato tennisticamente in Florida.
Il sorteggio nel tabellone delle qualificazioni gli aveva dato in sorte Arnaboldi, Moroni e Caruso battuti senza perdere un set. Che fosse in forma lo si era capito anche nei primi due turni del torneo vero dove aveva sconfitto abbastanza facilmente un altro qualificato, giusto per non perdere l’abitudine, e Murray che veniva dalla battaglia in cinque set contro Basilashvili.
Che non fosse un match mordi e fuggi l’avevo immaginato e mi ero permesso di scriverlo. Che vincesse l’altoatesino che ha una statura tennistica molto superiore era prevedibile. Jannik tuttavia ha ancora i momenti nei quali fa un po’ di confusione tattica ma è anche abbastanza lesto a riprendersi perché è sicuramente sveglio e il tennis lo porta nei cromosomi.
La partita non poteva incominciare meglio con il solito Sinner capace di giocare verticalizzando, in progressione e con un perfetto timing sulla palla. Quando il primo set sembrava indirizzato Taro, grazie anche a qualche errore di troppo di Jannik infastidito dal vento – peccati non colpevoli per un ventenne – si rifaceva sotto e ricambiava il favore.
Dopo sei giochi, in perfetta parità, era tutto da rifare. Ma Jannik non è certo il tipo che si demoralizza e la reazione arriva di solito puntuale. Due bellissime accelerazioni di diritto e un doppio fallo di Daniel lo riportavano in vantaggio. Tornava la fiducia e da lì il primo set con il giapponese comunque che non indietreggiava di un centimetro. 6-4 Sinner.
Nel secondo set succedeva l’imprevedibile anche se i segnali che Daniel fosse in partita non erano certo mancati. Jannik mancava il break al primo game e subiva la rimonta nel gioco successivo che sembrava chiuso.
Cinque punti consecutivi e il giapponese volava sul 2-0 confermandosi nel game successivo, nonostante una palla break per Sinner non sfruttata. Ancora un break di Daniel e a Sinner non rimaneva che piantare un solo paletto per un set fuggito via senza avere quasi il tempo di rendersene conto. 6-1 Daniel.
Con Taro aggressivo e sostenuto da un’ottima prima e con Jannik non esplosivo come al solito il terzo set era molto più di una formalità. I game seguivano l’andamento del servizio, solo un’opportunità per Sinner al secondo gioco, fino all’ottavo game nel quale Jannik prendeva un cospicuo vantaggio. Taro era sostenuto dal servizio e da un ottimo lungolinea di rovescio ma nulla poteva alla quinta opportunità dopo difesa strenua. Al nono game si chiudeva il set a favore dell’allievo di Piatti e di fatto anche la partita. 6-3 Sinner.
Da quel momento Jannik liberato da ogni fardello e con il giapponese che si rendeva conto di non avere molte più frecce al suo arco, liberava il diritto giocando il tennis che lo contraddistingue. I break al primo, al quinto e al settimo gioco del quarto set mettevano in cassaforte il match. 6-1 Sinner.
Ottavi di finale contro il giocatore di casa e beniamino del pubblico Alex De Minaur che Sinner sconfisse senza quasi fargliela vedere alla finale del torneo Next Gen di Milano del 2019. Da allora l’aussie ha dimostrato i suoi limiti, l’italiano è cresciuto passo dopo passo quasi quotidianamente. La pesantezza di palla di Jannik fa di lui il grande favorito per l’accesso ai quarti di finale.
Sinner-Daniel 6-4 1-6 6-3 6-1