Già inserito il 3 aprile 2021 su facebook
Per provare a capire lo straordinario successo di Jannik Sinner con Roberto Bautista Agut che consentirà all’altoatesino di giocare domani la finale di Miami contro Hubert Hurkacz, bisogna riavvolgere il nastro e partire dagli ultimi due minuti dei 146 nei quali quattro risposte pressoché vincenti, giocate sempre in accelerazione, gli hanno permesso di strappare il servizio sul 5-4 del terzo set in una partita nella quale ha sempre dovuto rincorrere.
Sono questi quattro punti giocati in crescendo con cross potenti che hanno costretto un avversario frastornato ad alzare bandiera bianca, le istantanee che ci permettono di capire la frase di Bublik, quel non sei umano che il giocatore kazaco gli ha detto mentre gli stringeva la mano dopo la sconfitta.
Jannik Ha vinto nonostante i tanti errori commessi, nonostante non sia riuscito ad esprimersi al meglio. Il successo nonostante la cattiva partenza e la fatica di battere uno dietro l’altro avversari molto diversi tra loro, lo stress psicofisico della prima volta in una semifinale di un torneo 1000 superato brillantemente.
Non ha senso fare una dettagliata cronaca della partita. Non servirebbe a chi l’ha vista, credo tantissimi, e non basterebbe agli altri che non hanno avuto l’opportunità. Basta qui ricordare che Jannik entra in campo contratto perdendo i primi due game, il primo sul suo servizio, quasi senza giocare. Al sesto gioco sembra riemergere in particolare nello scambio lungo ventisei colpi chiuso con un vincente di diritto che risulta determinante per riagguantare il momentaneo pareggio.
L’azzurro riesce a cancellare tre palle break al settimo gioco con coraggio e determinazione fino a chiudere con un ace e una volée in sequenza contro un avversario che col passare dei minuti si fa più aggressivo. Jannik tuttavia non riesce ad evitare l’allungo determinante del player di Castellon de la Plana che lo porta a vincere il primo set 7-5.
Il settimo gioco è un momento determinante della seconda frazione.
E’ bravissimo Jannik a salvare quattro palle break. Un cross in avanzamento e un rovescio vincente gli danno la spinta per continuare a credere. Al nono gioco recupera da un complicato 0-30 e sul 5-4 tre punti consecutivi lo portano ad un passo dal terzo set, conquistato con una palla corta dello spagnolo che non passa. Jannik vince un set quasi perso e lo fa con maestria e coraggio, doti uniche per un player della sua età.
Nel terzo lo spagnolo prende decisamente l’iniziativa. Strappa il servizio a zero al terzo game, ma non gli basta perché nel giro di qualche minuto Jannik dimostra di essere ancora lucido, presente. Contraccambia il favore e riporta con un controbreak a zero il punteggio in parità sul 3-3. Dopo oltre due ore e venti minuti, in una situazione di sostanziale equilibrio, servono coraggio e fantasia per fare la differenza. Jannik gioca perfettamente l’ultimo game al servizio e chiude sul 6-4 come ho detto nelle prime righe.
In una finale tra giovanissimi, segno del cambio generazionale, Jannik domani sera incontrerà il suo compagno d’allenamenti e di doppio Hurkacz che ha giocato contro il favorito Rublev una partita meravigliosa.