Il maiorchino torna in terra australiana dopo diversi mesi di stop e vince il 21° titolo Slam.
Rafa Nadal ha vinto il ventunesimo titolo Slam della sua straordinaria carriera. Vinse il primo Major nel lontano 2005 al Roland Garros. In Australia è al secondo successo a distanza di tredici anni quando sconfisse Federer in cinque set.
La vittoria su Daniil Medvedev è arrivata grazie ad una eccezionale rimonta quando la partita sembrava nettamente orientata a favore del campione russo.
Personalmente non credevo fosse capace di riuscire a vincere gli ultimi tre set. E’ stata la vittoria di un giocatore formidabile che è riuscito ad andare oltre l’età, la fatica e a tutte le problematiche che una partita di oltre cinque ore potevano comportare ad un ragazzo di quasi 36 anni.
Dopo aver perso in modo netto il primo set e il secondo in un tie-break lottato, il maiorchino ha cambiato strategia e soprattutto ha incominciato a giocare meglio, liberando i colpi di diritto, scendendo molto più spesso a rete e servendo in modo da mettere in difficoltà l’avversario che con il passare dei game perdeva freschezza, sicurezza e profondità nei colpi.
Ha vinto meritatamente. Nell’ultimo game della partita, dopo quasi cinque ore e trenta di battaglia, non ha concesso più un punto. Ha servito sicuro, ha scambiato da fondo con precisione, si è concesso anche il terzo ace dell’incontro e con una volée vincente ha portato a casa uno dei match più difficili e sofferti della carriera.
Medvedev onestamente mi ha deluso. Si è fatto innervosire dal pubblico, ha perso la pazienza e quando si è visto rimontare non ha saputo reagire, né fisicamente, né mentalmente, come avrebbe dovuto. E’ stata per lui una sconfitta difficile da mandar giù. Spero lo faccia riflettere e gli faccia cambiare rotta su certi atteggiamenti che non sono graditi né al pubblico né penso ai suoi avversari.
Nell’ultimo set, a differenza di Nadal, ha dovuto farsi massaggiare diverse volte ai cambi di campo. Probabilmente anche la preparazione muscolare e atletica deve essere migliorata visto che il maiorchino ha dieci anni di più.
Quali sono stati i percorsi dei due finalisti?
Nadal per arrivare in finale ha ceduto quattro set: uno a Khachanov, due a Shapovalov nei quarti e uno in semifinale a Berrettini che ha giocato la seconda parte del match – è entrato in partita contratto – molto meglio.
Medvedev ha perso un set sia con Kyrgios che con Cressy ma ha rischiato di vedere la finale da casa. Nei quarti è arrivato ad un passo dal baratro perché nel quarto set Auger-Aliassime ha avuto una palla match. Il russo l’ha cancellata con il servizio.
Il primo favorito per la vittoria finale era Medvedev anche se molti pensavano che questa edizione potesse corrispondere al primo titolo Slam per Zverev visto il modo nel quale aveva concluso la stagione 2021 vincendo a Torino le Atp Finals.
Sascha ha invece deluso perché negli ottavi di finale ha perso da Shapovalov senza vincere un set. Denis ha sicuramente dimostrato il suo talento, ma non basta per un giocatore che viene considerato da anni un sicuro vincitore di titoli Slam.
Berrettini si è confermato, giungendo in semifinale, un giocatore che si fa trovare pronto e che sa esprimere il suo miglior tennis nei tornei Major. Matteo non solo ha battuto nei quarti Monfils che è tornato in gran forma ma anche il diciottenne Alcaraz che è considerato un futuro vincitore di molti Slam. Il romano è l’unico giocatore italiano che ha fatto almeno una volta i quarti di finale in tutti i tornei Slam.
Bene ha fatto anche Sinner che a solo vent’anni è arrivato al suo secondo quarto di finale in un torneo Major. Al Roland Garros 2020 perse da Nadal che poi vinse il titolo, questa volta è stato sconfitto in tre set giocati in modo perfetto da Tsitsipas che forse un po’ a sorpresa, visto che è stato operato al gomito lo scorso novembre, è arrivato in semifinale.
Nadal era al rientro dopo diversi mesi di sofferenza e terapia. Immagino che questa sia per lui una delle vittorie più belle della carriera perché ottenuta quando nessuno gli dava reali chance all’inizio del torneo.
Cosa aspettarsi ancora? Non mi sento di rispondere. Non credo sia giusto visto che molti non lo credevano più competitivo. Troppo facile dire che adesso è il favorito per il Roland Garros, dove ha trionfato tredici volte.
Anche se non vincesse rimane l’impresa dell’edizione dell’Australian Open 2022 che va oltre il valore dello sportivo e assume in sé quello umano dal quale non si può non prescindere. Senza questo aspetto non sarebbe mai potuta arrivare la vittoria in campo.