Cercavamo un doppio competitivo che potesse giocare la Coppa Davis e l’Atp Cup almeno alla pari con le coppie più forti. Se parliamo in particolare della mitica insalatiera che ormai ha perso moltissimo fascino con le nuove regole e formule, l’incontro di doppio risulta molto spesso risolutivo.
Le squadre nazionali competitive che hanno un ottimo singolarista e un buon doppio risultano favorite. Come abbiamo spesso scritto, se vogliamo vincere la Coppa Davis anche noi dobbiamo trovare delle soluzioni vincenti. Due o tre bravi singolaristi possono non bastare.
In questo momento ci sono Sonego-Vavassori in crescita. Devono comunque giocare ancora molto insieme per diventare competitivi ad alti livelli e acquisire la mentalità per essere un doppio che dia sicurezza sull’1-1. Qualche bello ma sporadico successo può non bastare.
Si possono far giocare insieme i singolaristi, compreso Sonego, e costringerli a partecipare insieme a tornei importanti. Potrebbe non essere sufficiente e soprattutto è molto difficile, visto le loro giustissime ambizioni di classifica, che Volandri riesca a convincerli. In altre parole rischiamo di arrangiarci per anni senza trovare soluzioni adeguate.
Esiste poi la soluzione che in questo momento ci può dare delle buone garanzie. Far giocare l’unico doppio italiano competitivo a livello mondiale: Fognini–Bolelli. In questo caso non c’è niente da costruire, esiste già come ha dimostrato la vittoria a Rio.
I due sono amici, si conoscono da una vita e vinsero l’Australian Open nel 2015. Credo che abbiano l’ambizione di presentarsi alle Atp Finals di Torino quindi sono stimolati a giocare insieme durante l’anno.
Non è certo la soluzione per il decennio che è appena iniziato ma almeno per un paio di anni può essere l’unica possibilità che abbiamo se vogliamo che le speranze di vincere la Coppa Davis, che purtroppo non è più quella del 1976, possano tornare anche per la formazione italiana fin dalla prossima edizione.