Nel cielo del tennis italiano si sono accese luci e ombre, si sono alternate le nubi al sereno.
Il risultato che conferma Matteo Berrettini come giocatore da Slam, dove è lunga e laboriosa la battaglia, è stato la semifinale raggiunta all’Australian Open contro il ritrovato Nadal. Match nel quale Rafa ha meritato ma nel quale Matteo ha dimostrato, ancora ce ne fosse bisogno, che lui i grandi eventi li gioca al meglio. Primo tennista nella storia italica a raggiungere le semifinali all’Australian Open e unico giocatore ad aver agguantato almeno i quarti di finale in tutti gli Slam.
I dubbi riguardano i continui problemi fisici che deve sopportare. Ad Acapulco si è dovuto ritirare mentre giocava con Paul. Speriamo di vederlo in campo nei due Masters 1000 statunitensi di marzo. Non riesce a giocare con continuità e questo rischia di diventare un problema di difficile soluzione.
Non è sfortunato. Semplicemente sprigiona, a partire dal servizio, una potenza che lo rende fragile. Tocca ai medici, preparatori atletici e tecnici provare a risolvere il problema. Noi non possiamo che dispiacercene e aspettare che la situazione cambi.
Jannik Sinner è arrivato fino ai quarti di finale all’Australian Open. E’ vero che è stato surclassato da Tsitsipas ma è davanti anni luce rispetto a tutti i suoi coetanei, Alcaraz permettendo. Non possiamo aspettarci da un ventenne il miracolo. Le aspettative sono così alte che ha deciso di lasciare Piatti per Vagnozzi, già allenatore di Cecchinato e Travaglia.
Capiremo nei prossimi mesi se la scelta è stata azzeccata. Voglio solo ricordare che il coach comasco ha portato in poco più di sette anni un talentuoso ragazzo tredicenne e promessa dello sci alla top 10 nel tennis.
C’è già chi ha visto nelle prime partite giocate a Dubai dei progressi interessanti: un modo diverso e più deciso nell’approccio a rete, un servizio e una volée più sicuri. Con Piatti stava facendo un lavoro straordinario nel segno della continuità e i progressi sono stati costanti come hanno dimostrato le ultime partite dello scorso anno.
Mi tengo le perplessità su questo cambio in corsa che non mi convince né nei tempi né nei modi e aspetto di vedere, come tutti, cosa veramente cambierà in meglio nel gioco di Sinner ben sapendo che non avremo nessuna controprova. L’unica cosa che so è che finora Piatti aveva gestito al meglio il suo atleta. Dal punto di vista sportivo, che è quello che conosciamo, non credo gli si possano fare dei rimproveri.
La situazione di Lorenzo Sonego è paradossale. Ha finito la stagione 2021 in 27a posizione. Oggi si trova al ventunesimo posto senza aver giocato partite eclatanti. Ha perso due volte da Kecmanovic, una al terzo turno dell’Australian Open, e ha sciupato diverse occasioni nelle quali un giocatore del suo livello doveva fare meglio. E’ salito soprattutto per demerito degli altri che hanno pagato cambiali, in questo inizio di stagione, pesantissime.
Lorenzo rischia di fare lo stesso dal mese di aprile quando dovrà difendere tantissimi punti. Il piemontese è migliorato tecnicamente e ha messo nel suo bagaglio colpi che fino ad un anno fa non aveva o non osava provare in partita, tuttavia non basta perché è troppo umorale e poco cinico. L’aspetto mentale e quello della concentrazione sono carenti. La garra non è più sufficiente se vuole almeno rimanere intorno alla ventesima posizione anche quest’anno.
Fabio Fognini è a fine carriera, anche se sulla terra potrebbe togliersi ancora qualche soddisfazione. Se giocherà con continuità il doppio con il suo amico e compagno Simone Bolelli potrebbe anche sperare di arrivare alle Atp Finals.
Lorenzo Musetti è un player in costruzione e la scelta di giocare a febbraio sul veloce e non sulla terra battuta dove si esprime decisamente meglio è stata sicuramente azzeccata se vogliamo vederla in prospettiva. Porterà i suoi frutti nel tempo.
Gianluca Mager ha perso i punti conquistati con la finale di Rio di due anni fa. Penso comunque che sia un giocatore che possa fare abbastanza bene nei tornei Atp e non solo in quelli Challenger. Andreas Seppi sta lentamente scivolando. E’ legittimo visto che ha appena compiuto 38 anni e ha problemi cronici all’anca.
Molto più preoccupanti sono le situazioni di Marco Cecchinato, Stefano Travaglia e Salvatore Caruso che non ottengono risultati discreti da troppo tempo.
Tra i giovanissimi in ascesa c’è sicuramente Flavio Cobolli che Volandri ha aggregato come sparring partner nella squadra di Coppa Davis e Luca Nardi, altro prospetto di sicuro interesse.
Siamo sicuramente una squadra in ascesa, ma dobbiamo essere consapevoli che la concorrenza è fortissima perché in giro per il mondo non c’è nazione che non provi a costruire player di livello. Spero di sbagliarmi ma non credo che l’anno appena iniziato sia dei più semplici per il tennis italiano.