Alcaraz–Tsitsipas è stata la partita del giorno, della notte se si considera il fuso orario per chi sta da questa parte dell’oceano. Non me ne vogliano Sinner che è tornato a giocare brillante, Medvedev messo in difficoltà da un inizio sprint di Brooksby, Ruud che a sentire molti non era in grado di vincere sul cemento e il resto della compagnia che è entrata a pieno merito nei quarti di finale di Miami, compreso Francisco Cerundolo, lui sì terraiolo puro, perlomeno fino a ieri, ma verrei preso a male parole se non scrivessi qualche riga di lode per Alcaraz, il cucciolo del gruppo capace di un parziale di 11 game a 3 contro Tsitsipas che dopo la finale persa a Parigi l’anno scorso contro Djokovic veniva considerato il probabile futuro n°1.
Allora il ragazzo di Murcia era ancora lontanissimo, più in classifica che nel gioco, ed erano ancora in pochi a preoccuparsi di lui. Il primo forse a rendersi conto che faceva sul serio è stato proprio Tsitsipas al terzo turno di Flushing Meadows. Carlos iniziò la partita come un toro scatenato che vede rosso e non bastò al dio greco prendergli le misure durante il match perché, anche se per poco, gli strinse la mano da perdente.
Ieri Stefanos lo ha rincontrato di nuovo e forse il ricordo di aver fatto una figura barbina, a inizio match lo deve aver caricato a molla tanto che il primo set sembrava scivolare via facilmente grazie ai tanti diritti vincenti che metteva a segno. La frenesia era tanta, la sete di rivincita insaziabile.
Il player di Atene deve aver pensato, quando si è seduto in vantaggio per 5-2, che era già ora di pensare al secondo set visto che il primo stava scorrendo rapido anche se tuttavia lo spagnolo non giocava così male e qualche punto straordinario lo aveva già messo in cassaforte. Stefanos non poteva immaginare cosa sarebbe accaduto una volta tornati in campo. Sul 30-30 dell’ottavo gioco un diritto in top spin di difficilissima esecuzione lo sorprendeva sul rovescio che steccava malamente.
Da quel momento per lui la partita cambiava e assumeva il volto dello spagnolo che aggrediva e giocava di fino invitando il pubblico entusiasta ad applaudirlo, a fare il tifo per lui.
I break al primo e al nono gioco ai quali Stefanos rispondeva solo con delle palle per strappare il servizio che non andavano a buon fine, decretavano la conclusione di un match violento e senza esclusione di colpi.
Non è detto che Carlos vincerà il torneo, ogni partita è storia a sé e i giorni storti esistono per tutti. Incontrerà Kecmanovic il serbo che non prenderà mai il posto di Djokovic come qualcuno alcuni anni fa credeva, ma che sta dimostrando – ha sconfitto dopo lotta dura Fritz che lo aveva battuto a Indian Wells – di essere in forte crescita e molto solido tecnicamente e mentalmente.
Se con il serbo parte favorito, ormai Carlos parte favorito quasi con tutti, in semifinale potrebbe attenderlo Medvedev o Hurkacz, il vincitore della scorsa edizione, quindi si vedrà. Intanto noi oggi accontentiamoci di vedere Sinner che a sentire qualcuno sembra diventato un giocatore normale, e poi aspettiamo perché il futuro potrebbe riservarci delle sorprese che non è detto non siano bellissime.