Il giovane serbo ha iniziato bene la stagione 2022 raggiungendo discreti risultati sia sul cemento che sulla terra.
Già inserito il 2 aprile 2022 nelle News
L’incontro dei quarti di finale a Miami tra Carlos Alcaraz e Miomir Kecmanovic è iniziato in Italia che era notte. A differenza del match che il ragazzo di Murcia aveva giocato con Tsitsipas questo non era stato preannunciato con la fanfara. In fondo il serbo ha una classifica non da star e anche se ha vinto due Orange Bowl – il campionato del mondo a livello giovanile – sembrava non essere in grado di affermarsi nel circuito professionistico. Solo qualche buon risultato ma troppe sconfitte non lo hanno mai fatto considerare come un futuro campione anche se i serbi diversi anni fa, presi da ottimismo, lo vedevano come l’erede di Djokovic.
L’anno scorso Miomir, iniziato al tennis da una zia e che è stato un allievo di Bollettieri, ha incominciato la collaborazione con Nalbaldian del quale non possiamo non ricordare la finale a Wimbledon nel 2002 e la vittoria al Masters nel 2005. Nel 2021 per il serbo sono arrivate soprattutto sconfitte anche pesanti e poche vittorie, nessuna importante.
Il 2022 è iniziato molto meglio e i quarti di finale raggiunti sia a Indian Wells che a Miami dove ha battuto tra gli altri Cilic, Berrettini, Aliassime, Korda e Fritz hanno dimostrato che il suo rendimento è salito molto.
Lo so che non basta un match per consacrare un futuro campione perché i risultati vanno ripetuti, ma la partita contro Alcaraz testimonia di un giocatore che ha un potenziale altissimo. E’ l’unico che a Miami finora ha veramente tenuto testa a Carlos arrivando per due volte a due punti del match. Non basta ma non è poco. Lo spagnolo è stato bravo a sprintare, a rimanere calmissimo sul finale del terzo set.
Bertolucci ha parlato di una partita tra le più entusiasmanti che ha visto negli ultimi anni. Non so se ha esagerato ma certamente l’incontro è stato bellissimo per merito di entrambi. Quasi solo vincenti, tennis fantastico ad ogni punto.
Carlos è arrivato, Miomir per confermarsi deve fare ancora parecchia strada ma i presupposti ci sono tutti. Ha 22 anni, ha ancora tempo per fare un carriera da top ten e forse anche meglio. La partita dell’altra notte ci ha riconciliato con il tennis e ci dà speranza per il futuro.
Sempre il buon Paolo, commentatore unico per efficacia linguistica, ci ha anche detto che la semifinale Ruud–Francisco Cerundolo è stato un match che poteva essere giocato al primo turno di un torneo Atp 250 qualunque. C’erano le attenuanti, l’umidità prima di tutto, ma sicuramente partite del genere come penultimo atto di un torneo Masters 1000 non le vorremmo mai vedere.
La nuova generazione, con tanti giovani player molto validi, sembra attrezzata a non farci rimpiangere i grandissimi che stanno lasciando il palcoscenico mondiale. L’amore per questo sport continuerà a rimanere intatto solo con i match tipo Alcaraz–Kecmanovic anche se – è la vita – cambieranno i protagonisti.