Ieri con la vittoria netta e senza attenuanti di Djokovic contro Tsitsipas, primo successo del serbo nell’anno al quinto torneo, sono quasi finite le prove generali per il Roland Garros. A dir la verità alcuni player proveranno ad aggiustare la forma e le questioni tecniche a Ginevra e Lione ma i primissimi si preparano ad arrivare nei prossimi giorni nella capitale francese.
A Ginevra è tuttavia rilevante la presenza di Medvedev che non gioca una partita ufficiale dall’ultimo giorno di marzo quando perse nei quarti di finale a Miami contro il polacco Hurkacz. Ha approfittato della stagione sul rosso europeo, dove è convinto che gli mancano attitudine e colpi per vincere, per farsi operare ad un’ernia. Tornerà a Parigi ma con queste premesse mi sembra difficile per lui pensare ad una figura da protagonista.
Alla fine del torneo parigino potrebbe essere di nuovo n°1 del ranking, ma questa è un’altra questione. Dipende molto da come giocherà Djokovic. L’anno scorso Nole vinse a Parigi battendo Nadal e quel giorno si convinse credo definitivamente che avrebbe potuto far suo il Grande Slam. A Flushing Meadows i suoi sogni s’infransero in finale contro Medvedev ma soprattutto nel suo Io prima di scendere in campo.
Rispetto al 2021 la questione è molto diversa. Allora partì molto bene con la vittoria dell’Australian Open, si prese un periodo di pausa anche mentale e tornò a vincere solo a Belgrado 2, giusto tre giorni prima di iniziare gli Open di Francia. Quest’anno ha dovuto ricominciare dopo la brutta figura extratennistica, non solo per colpa sua, rimediata in Australia ed è ripartito malissimo. In cattiva salute e in pessima forma ha giocato molto male a Dubai e Montecarlo, non bene a Belgrado, bene a Madrid e ancora meglio al Foro Italico.
E’ il favorito per il Roland Garros? Quali potranno essere i suoi avversari? Quest’anno è più difficile rispetto agli altri anni fare una previsione perché per tutti i pretendenti c’è un ma …
Quando si parla di terra rossa e soprattutto del Major parigino da oltre 15 anni c’è un favorito d’obbligo. Quest’anno tuttavia su Nadal non possiamo non nutrire qualche dubbio. Quella sindrome dalla terminologia impronunciabile, più banalmente il dolore cronico alla pianta del piede sinistro che gli aveva fatto saltare la seconda parte di stagione 2021, è tornato a farsi sentire in modo difficilmente sopportabile per uno che vuole vincere Parigi. In Australia riuscì a tenerlo a bada e il risultato fece il giro del mondo, in Francia non sappiamo. Se ci riuscirà lo vedremo lottare al limite delle sue possibilità, capiremo se basteranno.
Tsitsipas quasi sicuramente sarà in lizza fino alla fine. Il suo è forse il gioco più divertente e spettacolare che in questo momento offre il mercato del tennis ma potrebbe non bastare. Quando arriva alla fine gli è sempre mancato qualcosa. L’anno scorso con Djokovic a Parigi così come con Nadal a Barcellona, quando ebbe anche la palla match, il suo tennis perse un poco di efficacia pur rimanendo bellissimo e persino geniale.
C’è poi il player nuovo che tutti aspettano all’opera forse nella speranza inconscia di vederlo scivolare magari su una buccia di banana per poter dire: “te lo avevo detto …”. Per Alcaraz non sarà per nulla semplice giungere al traguardo davanti a tutti. C’è l’inesperienza per i Major legata ai suoi 19 anni, la pressione mediatica che lo vede già numero 1 e probabilmente altri fattori che scopriremo durante il torneo.
Per tutti gli altri non credo che ci sarà spazio e tempo per la gloria assoluta anche se ovviamente non mancheranno le sorprese tra la prima e la seconda settimana.
Se dovessi vedere domenica 5 giugno – finale del Roland Garros – qualcuno che non ho citato, Zverev, sì anche lui, Ruud, Rublev, Aliassime, Sinner …, ricevere la Coppa dei Quattro Moschettieri, vuol dire che il tempo impiegato a scrivere questo pezzo poteva essere utilizzato meglio.