Proviamo a fare tutti insieme un esercizio di memoria e cerchiamo di ricordarci almeno qualcosa di quello che si diceva nelle ore successive all’estrazione del main draw.
Quello che apparve subito evidente fu lo squilibrio tra la parte alta e quella bassa del tabellone. Sopra c’erano Djokovic (1), Nadal (5), Zverev (3) e Alcaraz (6) e sotto Medvedev (2), Rublev (7), Tsitsipas (4) e Ruud (8).
Anche chi segue il tennis come semplice appassionato e non ha un occhio esperto capì immediatamente che il rischio di una finale zoppa era molto forte. Ora non so proprio dire se si tratterà domani di una finale scontata – Nadal contro il miglior ex studente della sua Accademia – ma certo è difficile pensare ad un match equilibrato.
Il norvegese, il primo del suo Paese che arriva ad una finale Slam, ha un gioco quasi a specchio rispetto a Nadal tuttavia a Rafa riesce tutto meglio e non credo che la freschezza fisica possa compensare l’esperienza.
Il maiorchino ha dimostrato di essere in forma anche se giornalmente continua a fare i conti con il problema al piede. Quello che mi ha impressionato di lui è che ha dimostrato di saper giocare al meglio i punti importanti, quelli che fanno la differenza.
L’ha fatto nel quinto set contro Auger (9), altro giocatore seguito dall’Accademia e in particolare da zio Toni che lo sta facendo crescere molto tennisticamente, nel quarto contro Djokovic quando l’approdo al quinto sembrava molto vicino, e nel tie-break del primo contro lo sfortunatissimo Zverev che ha dimostrato ancora una volta di non riuscire a incidere in modo decisivo quando la palla scotta.
Un player ormai esperto come Sascha non può farsi recuperare da 6-2 nel tie-break. Nel proseguo del match, quando doveva iniziare il secondo jeu decisif, Zverev junior si è fatto molto male alla caviglia. Speriamo che possa tornare in forma per la stagione che si giocherà negli Stati Uniti.
Nella parte bassa del tabellone il favorito d’obbligo era Tsitsipas che tuttavia in questo momento non vale il giocatore che l’anno scorso contese il titolo a Djokovic. Si è fatto sorprendere da Rune giocando una partita mediocre. Saltato Stefanos non poteva che essere Ruud il favorito per arrivare in finale. Non dimentichiamo comunque che quando sabato scorso è stato attaccato nel secondo e soprattutto nel terzo set da Sonego (32) non ha visto palla. Le luci della sera, l’umidità e qualche errore di troppo di Lorenzo hanno cambiato l’esito del match.
Se per Sonego si può parlare di occasione mancata, per Sinner (11) si può invocare la sfortuna o comunque una condizione fisica che quest’anno, per motivi diversi, è sempre stata precaria. Il primo set contro Rublev è stato da antologia. Per Jannik in buone condizioni fisiche nessun risultato gli era precluso, persino la finale.
Medvedev diventerà n°1 del ranking e probabilmente ci rimarrà abbastanza a lungo senza merito. Mai visto una testa di serie n°2 di un tabellone Slam così indolente come lui nella partita in cui è stato sconfitto da Cilic (20).
Se non ci saranno sorprese clamorose domani Nadal alzerà il 14° titolo a Parigi e il 22° Slam in carriera. Io non riesco a vedere, leggendo nella sfera di cristallo, esiti diversi.