Fino ai primissimi mesi di quest’anno Jannik Sinner era considerato l’astro nascente del tennis mondiale. Tutti gli altri ad arrancare. Già un paio di anni fa si parlava di lui come del futuro n°1 entro il 2022.
Il finale dello scorso anno con le Atp Finals di Torino che anche solo come riserva gli aveva dato la possibilità di giocare, a causa dell’infortunio di Berrettini, due ottime partite aveva fatto credere che quest’anno sarebbe entrato almeno nella top five.
Dopo il quarto di finale dell’Australian Open i colpi di scena si sono susseguiti quasi settimanalmente: in primis il benservito a Piatti per motivi che non conosciamo a fondo se non per mezze dichiarazioni che sicuramente non dicono tutta la verità, e poi una serie infinita di sfortune che vanno dalle banali vesciche ai piedi, alla positività al Covid, a diversi problemi che hanno persino fatto pensare che la sua condizione fisica non sia adatta a sforzi prolungati.
Tra partite ben giocate, altre che hanno lasciato dubbi e match point salvati che hanno dimostrato se non altro una mentalità vincente, Sinner si è presentato a Wimbledon senza nessuna partita vinta su erba a livello Atp.
Poteva sembrare una partecipazione che il suo team avesse deciso per onor di firma visto che quest’anno lo Slam londinese per una decisione dell’Atp che scontenta tutti non assegna punti, ma non abbiamo fatto i conti con la personalità di questo ragazzo della Val Pusteria che a 13 anni aveva lasciato lo sci per il tennis, la sua voglia di competere, la forza mentale che potremmo chiamare testardaggine, maturità e talento cristallino.
In questi mesi difficili per il ragazzo di San Candido un giovanissimo spagnolo della Murcia, Carlos Alcaraz, di quasi due anni più giovane ha incominciato a vincere a ripetizione e a scalare la classifica mondiale come aveva fatto Nadal a 19 anni.
Il confronto tra i due iberici con il naturale passaggio di consegne, anche se tecnicamente sono differenti, è venuto naturale. Il mondo del tennis e i tifosi, anche italiani, hanno incominciato a credere che il tempo di Sinner fosse già finito, un lampo e nulla più. Per Sinner non c’era quasi più spazio nemmeno sui giornali e nelle chiacchiere nei Circoli perché un nuovo ciclone avrebbe velocemente sconvolto il mondo del tennis.
Nella sfida di ieri, in un match che sembrava già scritto, erano in pochi a credere nella vittoria di Sinner. Si era fatto riferimento, per avallare la tesi, ai due precedenti a favore di Alcaraz che onestamente non avevano nessun valore.
Sono bastati i primi game per capire che Jannik aveva preparato la partita in modo perfetto dal punto di vista tattico con il suo gruppo, tra i quali spicca da pochissimo tempo l’australiano Cahill. Bisognava rispondere ancora meglio di come aveva fatto contro Isner due giorni prima, aggredire e non lasciare il tempo ad Alcaraz di respirare.
Il primo set è filato via liscio e anche nel secondo la superiorità dell’altoatesino è sembrata netta. Nel terzo Alcaraz ha incominciato a giocare meglio ma i suoi colpi sono sembrati più quelli della disperazione, di chi non ha più nulla da perdere, piuttosto che frutto di cambiamenti tattici che lasciavano spazio ad una nuova partita che non c’è mai stata.
Jannik solo per un po’ di sfortuna non ha chiuso in tre set, ha avuto anche due match point al tie-break, ma nel quarto dopo qualche esitazione iniziale ha ripreso il comando del gioco dal punto di vista tecnico ed è salito in cattedra in quello mentale.
Si è mostrato più esperto e maturo, più giocatore, contro un avversario quasi sempre nervoso perché forse convinto di vincere, mai veramente centrato e inaspettatamente a corto di idee.
Questa è stata la loro prima vera sfida che fa testo ma non deve ovviamente illuderci. Alcaraz non è diventato improvvisamente un brocco. E’ lo stesso giocatore che era prima di scendere in campo, cioè un campione destinato probabilmente a fare un po’ di storia del tennis.
L’unica cosa della quale siamo certi dopo il match di ieri è che Sinner non farà da spettatore. E’ inutile chiedersi chi vincerà di più e su quali superfici, perché è troppo presto per dirlo e sarebbe perfino ingiusto nei loro confronti.
Sappiamo solo che un altro player italiano proverà a giocarsi tutti gli Slam come protagonista per vincerli e ad arrivare alla prima posizione mondiale. Si tratta di attendere ancora un po’ di tempo, diciamo il 2023, perché la grande sfida è alle porte.