Nelle partite spareggio il maiorchino elimina Tsitsipas e il giocatore di Belgrado batte Sascha Zverev.
Le terze giornate di giovedì e venerdì dei gironi eliminatori del Masters sono molto particolari. Prendiamo ad esempio quelle di quest’anno. Nel girone London 2020 Thiem, grazie alle vittorie ottenute entrambe al terzo set contro Tsitsipas e Nadal, si è ritrovato in semifinale in attesa che venisse dipanata la matassa del raggruppamento Tokyo 1970. In questo è Medvedev ad attendere con fiducia. Ha battuto con facilità Sascha Zverev e abbastanza sorprendentemente Djokovic.
Che motivazioni potevano avere Thiem e Medvedev nel loro terzo incontro se non quello di risparmiare le energie per giocare al massimo delle loro opportunità una competizione alla quale i campionissimi ambiscono tremendamente? Non è una finale Slam perché non si gioca tre su cinque, che detto per incisivo Djokovic nei Mayor vorrebbe abolire per il tradizionale e meno faticoso due su tre, ma è pur sempre un torneo che ha fatto diventare magnifici i vincitori.
Thiem si è trovato nella stessa condizione dello scorso anno quando dopo le vittorie iniziali disputò contro Berrettini, già eliminato, una partita che valeva solo un gruzzoletto di money e 200 punti Atp. Poco, troppo poco, per un giovane milionario che ambisce alle migliaia di punti che si ottengono nelle vittorie dei Major e dei Masters 1000. Ovviamente nessuno entra in campo per perdere, ma inconsciamente mentre si gioca il match che conta niente è impossibile che il pensiero non corra verso la semifinale di sabato e l’eventuale finale di domenica. Due giorni, almeno quattro ore abbondanti di fatica.
Lo si è visto con estrema chiarezza anche giovedì quando l’austriaco ha incontrato Rublev che in un batter d’occhio, venticinque minuti, si è trovato in vantaggio di un set senza dover spingere sull’acceleratore il suo diritto a percussione. 4-0 5-1 6-2 la successione del punteggio nel primo set al quale fanno da corollario, per completare l’informazione, il 100% dei punti fatti con la prima e tre punticini ceduti al servizio.
Nel passaggio di campo tra un set e l’altro Dominic avrà forse pensato che gli spettatori nei loro salotti avrebbero meritato uno spettacolo almeno un po’ più gagliardo. Nel secondo l’austriaco ha incominciato a giocare meglio ma stando ben attento a non allungare troppo gli scambi. Ad uno lungo seguivano dei serve and volley degni del miglior Rafter o palle corte stile Gaston ma senza gli stessi esiti letali. Rublev in particolare al servizio pareva il diavolo: saliva prima sul 3-1 e poi sul 4-2. Quando il match sembrava ormai giunto ai titoli di coda, Andrej ha incominciato a sbagliare a ripetizione come spesso gli è capitato in questa settimana. L’austriaco così recuperava e grazie anche ad alcuni suoi vincenti, riusciva a fare otto punti di fila fino a salire 5-4. In quel momento Andrej riprendeva in mano la bacchetta e riusciva a giocare gli ultimi game con legittima determinazione. Ha chiuso il secondo set 7-5 in un’ora e quattrordici minuti complessivi.
Medvedev ha completato gli incontri del girone Tokyo 1970 imbattuto. Troppa la differenza con Schwartzman perché l’argentino potesse resistere al forcing del moscovita che ha chiuso il match per 6-3 6-3 in un’ora e 13 minuti. Senza mancare di rispetto al Peque che ha dato, riuscendoci, tutto quello che aveva per rendere onore alla sua prestazione, bisogna ammettere che la distanza che lo separa da Medvedev è abissale.
Il moscovita ha giocato una partita che è sembrata di allenamento e che gli è servita per provare gli schemi servizio-volée, gli incrociati di diritto a spazzolare le righe, le accelerazioni improvvise a chiudere di rovescio che gli torneranno sicuramente molto utili questa sera quando incontrerà Nadal. Che volesse stare in campo il meno possibile l’aveva dichiarato in conferenza stampa e si è capito fin dalle prime battute. Strappato il servizio sull’1-1 ha vinto, con un secondo break sul 5-3, il set per 6-3. Nel secondo Daniil è volato fino al 4-1 per chiudere sul 6-3 con un ultimo game a 0.
Ben diverse sono le partite da dentro-fuori, dei veri quarti di finale di un torneo di alto livello. Nadal-Tsitsipas, a decretare il secondo semifinalista del girone London 2020, è stato un match duro finito 6-4 4-6 6-2 per il maiorchino. La partita tra vincenti e punti spettacolari è stata abbastanza intensa e in certi momenti non è mancata di pathos. La differenza l’ha fatta il servizio con solo cinque punti persi nel primo set. Chi se lo immaginava che Rafa negli anni sarebbe diventato così forte in questo fondamentale e nei pressi della rete? Nadal ha brekkato il greco sul 4-4 e ha chiuso per 6-4 con due ace in 41 minuti.
Il maiorchino nel decimo gioco, sul 4-5, ha avuto un inaspettato passaggio a vuoto con tanto di doppio fallo sul set point per Stefanos che, ringraziando, si è portato a casa il secondo set. Nel terzo, dopo un’alternanza di break e contro break iniziali, Rafa ha preso il sopravvento complice anche un calo fisico e forse anche mentale del giocatore di Atene che deve abbandonare anzitempo il Tempio del tennis che l’anno scorso lo vide vincitore.
Ha vinto Djokovic, come previsto, la sfida spareggio contro Sascha Zverev. Nole è apparso migliorato rispetto alla prestazione molto deludente di mercoledì contro Medvedev. Quanto abbia contato la complicità di Sascha lo capiremo oggi quando il serbo affronterà in semifinale, la sua nona alle Atp Finals, Thiem. Nel primo set Zverev è partito molto male al servizio e nei colpi da fondo. 0-3 che è diventato 2-5 e quindi 3-6 in 33 minuti nei quali Djokovic ha avuto modo di annullare nel settimo game due palle break che potevano rimettere in gioco il tedesco.
Sascha nel secondo è stato molto più propositivo mostrando almeno in parte quello che sarebbe in grado di fare se solo riuscisse a rimanere più positivo e concentrato durante il gioco. La continua ricerca degli sguardi del padre e di Ferrer finiscono per avere un effetto contrario a quello desiderato. Ricordo un giocatore molto più sicuro e spavaldo a vent’anni quando vinse gli Internazionali d’Italia proprio contro Djokovic messo in grave difficoltà dal gioco continuo e potente del suo avversario. Il secondo set è stato deciso al tie-break chiuso per 7 a 4. Fondamentali i punti che dal 2-3 hanno portato il serbo sul 5-3, vantaggio che si è dimostrato incolmabile per il giovane tedesco.
Thiem-Djokovic e Medvedev-Nadal sono le semifinali di oggi. Il meglio che ci potevamo aspettare, sono arrivate le prime quattro teste di serie, da quest’ultima edizione londinese delle Atp Finals. Com’è ovvio è difficilissimo azzardare un pronostico. Mi limito a dire che ho rivisto in Medvedev lo schiacciasassi della scorsa estate, che Nadal è in gran forma e con tanta voglia di vincere l’unico grande titolo che gli manca in bacheca, che Djokovic non mi ha convinto fino in fondo e che Thiem ha dato una dimostrazione di forza e di ulteriore miglioramento in termini di consapevolezza. Per dire chi vincerà è solo questione di ore.