Grande prestazione di Berrettini e Fognini che si arrendono solo a Medvedev e Rublev in finale dopo aver battuto Austria, Francia e Spagna.
L’anno scorso la prima edizione dell’Atp Cup si giocò dal 3 al 12 gennaio nelle città di Perth, Brisbane e Sydney con la partecipazione di ventiquattro nazionali. Il successo di pubblico, l’interesse dei media e degli sponsor andò oltre le migliori aspettative. Vinse la Serbia di Djokovic contro la Spagna di Nadal. L’Italia fu eliminata nel girone eliminatorio da un sorteggio che ci voltò le spalle e che ci vide sconfitti dalla Russia di Medvedev e Khachanov.
Quest’anno a causa del Covid-19 la manifestazione, pur continuando a riscontrare un buon successo di pubblico in particolare televisivo, si è disputata dal 2 al 7 febbraio. Dodici le squadre presenti. Tutti gli incontri sono stati giocati al Melbourne Park.
Ad esclusione di Federer erano presenti tutti i migliori: Djokovic, Nadal, Thiem, Medvedev, Tsitsipas, Zverev solo per citare i primi della lista. I molti soldi e i punti che ciascun player si aggiudica per ogni match vinto non hanno fatto mancare spettacolo e impegno.
I pronostici pre-gara davano la Russia grande favorita. I ragazzi di Mosca, inseriti nel gruppo D, non hanno deluso le aspettative fin dall’inizio. Hanno lasciato le briciole, per inteso il doppio a giochi fatti, ad Argentina e Giappone. Se nel match Argentina-Russia almeno Schwartzman ha provato a opporre resistenza a Medvedev nel primo set conclusosi 7-5, le altre partite sono state a senso unico. Rublev in particolare sembrava che avesse fatto una sfida contro il tempo. Ha chiuso i suoi incontri lasciando solo 7 game a Pella e Nishioka, i suoi malcapitati avversari.
Se la Russia è stata la promessa mantenuta, l’Italia è da considerare come la vera sorpresa della manifestazione.
Inserita nel gruppo C con Francia e Austria siamo riusciti a passare il turno anche se la partenza non è stata delle migliori.
Berrettini dominando Thiem in ogni zona del campo ha stupito Dominic, suo padre seduto in panchina, ma forse anche se stesso e il suo mentore Santopadre rimediando ad una prestazione incolore di Fognini contro Novak.
Poteva finire anche peggio per l’austriaco se Matteo sul 6-2 4-0 non avesse commesso errori che nella prima parte non gli avevamo visto e costretto a scacciare qualche piccola paura che potrebbe averlo tormentato quando si è trovato ad un passo dal traguardo.
Sul 5-4 i colpi sono tornati a uscire fluidi dalle sue corde e soprattutto potenti, il servizio ha fatto il resto.
Nel doppio decisivo l’apporto di Matteo e i continui incitamenti del team Italia hanno resuscitato Fabio che ha giocato, a distanza di due ore da un match disastroso, un incontro nel quale si è permesso il lusso di non sbagliare.
Se contro l’Austria l’apporto di Berrettini era stato fondamentale Fognini, aggiudicandosi il match contro il francese Paire, non in versione deluxe, ha spianato la strada verso le semifinali.
Il player di Avignone ha perso il proprio servizio sull’1-1 facendo quattro doppi falli consecutivi. Da lì per il giocatore di Arma di Taggia la partita è sembrata in netta discesa e facile da portare a casa. Alcuni colpi spettacolari e vincenti, una buona prima e una discreta tenuta fisica gli hanno permesso d’incamerare un vantaggio determinante che lo ha issato fino al 6-1 3-0.
A Fabio sappiamo che gli esiti scontati non piacciono. Il transalpino ha alzato il livello di gioco e complici anche i troppi errori di Fognini e una prima diventata deficitaria, è andato a servire per il secondo set sul 5-3.
Il nostro in quel momento ha mostrato la voglia matta che ha di tornare a competere ai più alti livelli. Ha ottenuto il 4-5 con un bellissimo passante di diritto in corsa e non ha rischiato nulla al tie-break che ha chiuso per 7 punti a 2.
Nel match di Berrettini contro Monfils, Gaël a inizio partita sentiva meglio la palla tanto da portarsi sul 4-1 0-30. Matteo ha ritrovato col passare degli scambi punti e fiducia fino a concludere in 43 minuti, con la conquista di cinque giochi consecutivi, il primo set.
Ha chiuso il match con un perentorio 6-2 ma il punteggio non deve ingannare. Gli scambi sono stati lunghi e Gaël ha giocato quasi alla pari e lottato fino all’ultimo.
Nel gruppo A è arrivata la sorpresa della sconfitta della Serbia, come abbiamo detto detentrice del titolo, alla quale non sono bastate le vittorie di Djokovic sia contro Shapovalov che con Sascha Zverev. Il suo compagno Lajovic non si è dimostrato all’altezza del compito e a Nole in coppia con la riserva Cacic è stato fatale il super tie-break del terzo set giocato contro i tedeschi Struff-Zverev.
Nel gruppo B alla Spagna per vincere il girone sono stati sufficienti, in assenza di Nadal presente solo in panchina come coach aggiunto, Bautista Agut e Carreño Busta. Contro la squadra di casa, nel gruppo delle migliori 12 grazie ad una wild card, il 3-0 è stato perentorio e quasi mai messo in discussione. Contro la Grecia il doppio spagnolo, una volta acquisita la sicurezza del passaggio del turno, si è ritirato.
Si è così arrivati alle semifinali Germania-Russia e Italia-Spagna.
I tedeschi nei due singolari hanno provato a tenere alta la fiammella della speranza. In particolare Zverev ha giocato un match alla pari contro Medvedev che dopo aver subito diverse sconfitte nei loro primi head to head, le ultime volte i lo ha sempre battuto. Nella finale di Parigi- Bercy Sascha gli era stato superiore per buona parte del match prima di cedere alla distanza. L’incontro giocato a Melbourne è stato, se possibile, ancora più interessante e tirato fino al dodicesimo gioco del terzo set.
Pensavo che contro la Spagna sarebbe stato determinante il doppio. Le eccellenti prestazioni di Fognini e Berrettini mi hanno smentito fin dalle prime battute. Fabio che nei sette match precedenti non aveva mai vinto contro Carreño, fino alla sospensione per pioggia e conseguente copertura del tetto ha giocato come nei giorni migliori: accelerazioni, variazioni e colpi a cercare il punto lo hanno portato sul 6-2 1-0. Al ritorno in campo dopo quaranta minuti il vento è girato. Gli errori gratuiti, troppe poche prime e un Carreño rivestito a festa capace di massimizzare il calo di concentrazione di Fabio hanno fatto tornare lo spagnolo in partita.
Come spesso Fabio ha dimostrato in carriera il suo tennis è capace di colorarsi improvvisamente. E’ tornato nel terzo set così come era scomparso nel secondo. Sul 4-1 con un doppio break poteva permettersi un piccolo calo nell’intensità del gioco. In vantaggio sul 5-4 ha chiuso con almeno tre vincenti bellissimi.
Sull’ala del successo di Fabio che ha galvanizzato il gruppo Italia gestito magistralmente da Santopadre, Berrettini ha impiegato meno di mezz’ora per incamerare contro Bautista il primo set per 6-3. Nel secondo giocato spalla a spalla è stato necessario un bellissimo passante di diritto di Matteo per andare al servizio sul 6-5. Il suo colpo migliore non lo ha tradito nel game decisivo per potenza, rotazione e velocità.
Purtroppo la finale con la Russia è finita come temevamo in molti. Nessun set vinto e neanche un servizio strappato. Detta così sembrerebbe la storia di una disfatta ma, anche se la differenza tra noi e i giocatori russi è evidente, la prova della nazionale italiana rimane come una delle migliori degli ultimi anni.
Ci siamo e risponderemo per anni presente. Passate poche ore dalla sconfitta con la Russia, Sinner si è aggiudicato contro Travaglia il secondo torneo Atp consecutivo. Anche noi siamo destinati a crescere. Con lo squadrone russo non credo sia finita sabato notte.
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