Che potesse essere una semifinale non proprio semplice per Novak Djokovic (2) contro Alexander Zverev (16) che passo dopo passo sta ormai rientrando tra i migliori, anche se con qualche incertezza, era abbastanza scontato. Si sono incontrati molte volte e il tedesco ha vinto qualche match importante come l’ultimo giocato alle Atp Finals di Torino o addirittura il primo nel 2017 alla finale degli internazionali d’Italia a dimostrazione che Sascha è uno dei pochi giocatori che sanno mettere in difficoltà e anche battere il serbo.
Incomincia molto meglio il tedesco che concede pochissimo alla battuta nei primi quattro turni di servizio. Nole invece deve immediatamente annullare tre palle break consecutive e faticare andando ai vantaggi nei primi tre turni di servizio. 3-3.
Di Nole non è mai bene fidarsi perché quando ci si avvicina alla fine della frazione sul 5-4 Djokovic, in seguito anche ad alcuni errori di Sascha, il serbo ottiene le prime tre palle break, che sono anche set point, annullate da servizi molto incisivi. Arrivano così al jeu decisif nel quale a fare la differenza è un punto iniziale su incertezza del tedesco. Nole tiene il minibreak e chiude con una prima vincente. 7-65 Djokovic.
Il serbo è bravo ad approfittare del momento, anche psicologicamente negativo di Sascha, e riesce con un break immediato a portarsi 2-0. Con set e break di vantaggio e con il serbo che è quasi ingiocabile al servizio perché non concede nulla la partita sembra avviata ad un logico finale senza più emozioni.
Nel decimo game quando Nole va a servire per il match arriva l’imponderabile. Il serbo lo gioca male e rimette il set in discussione. Discussione che dura pochissimo perché Djokovic controbrekka immediatamente e chiude al dodicesimo senza che Sascha riesca più a dire la sua. 7-5 Djokovic.
Finale molto attesa contro Alcaraz che potrebbe essere l’aperitivo della finale di Flushing Meadows ma non la rivincita di Wimbledon che ha ovviamente tutt’altro valore di Cincinnati anche se è un Masters 1000.
Djokovic-Zverev 7-65 7-5