Già inserito il 16 aprile su facebook
Asciugamano sopra la testa per nascondere le lacrime, probabilmente copiose, per Davidovich Fokina. Il ventunenne spagnolo di origini russe ha dovuto abbandonare il campo per problemi muscolari alla coscia sinistra dopo aver perso contro Tsitsipas il primo set per 7-5.
I primi segnali che qualcosa non andava sono arrivati sul 3-3. Trattamento fisioterapico e un antidolorifico sono stati sufficienti solo per fargli concludere il set.
Nei primi game ha giocato alla pari, dimostrando aggressività ma anche una maggiore precisione a chiudere rispetto solo a qualche mese fa. Peccato per i troppi infortuni e i conseguenti ritiri che stanno condizionando una carriera sicuramente in ascesa.
Continua la folle corsa di Evans. Dopo aver battuto Djokovic oggi è toccato a Goffin. La settimana scorsa quando lo vidi giocare il primo set a Cagliari contro Musetti perso per 6-1, incontro che poi ha rischiato di vincere, pensai che il rosso fosse lontanissimo dalle sue attitudini e capacità tecniche. Alla fine di un match che è durato quasi tre ore, perso il primo set per 7-5 dopo essere stato in vantaggio per 5-3, il player di Birmingham non si è demoralizzato.
Con il suo gioco antico fatto di continui slice di rovescio e discese a rete ha recuperato un match che sembrava andare in archivio a favore del belga. Ha vinto il secondo set 6-3. Nel terzo ha tenuto il nono gioco nel quale Goffin ha avuto molte palle break e ha chiuso meritatamente al decimo. Domani, nella prima semifinale incontrerà Tsitsipas con il quale non ha mai vinto. Il risultato sembrerebbe segnato.
Per vincere Fognini avrebbe avuto bisogno di una maggiore concretezza nei momenti in cui non ha sfruttato le tante palle break che è riuscito a procurarsi. Ha iniziato a servire Ruud e questo ha permesso al norvegese di stare sempre avanti, di scambiare in progressione con relativa tranquillità. Fabio ha creato tennis e ha accorciato, ogni volta che riusciva ad entrare con i piedi nel campo, con ottime soluzioni di rovescio e buoni cambi di ritmo. Non gli è bastato.
Nel primo set decisivi sul 4-5 un paio di errori di troppo di diritto che hanno permesso al norvegese di vincere 6-4 e di staccarsi fino al 3-0 nel secondo. Fabio è stato bravo a crederci e a riportarsi in parità ma nell’ottavo game da 40-0, un calo di concentrazione e alcuni errori che in una partita così difficile non si poteva permettere hanno consentito a Casper di chiudere 6-3 senza ulteriori complicazioni.
La sorpresa della settimana è arrivata quando ormai la luce naturale aveva lasciato il posto a quella artificiale. Rublev ha sconfitto Nadal dopo un’autentica battaglia durata oltre due e trenta minuti.
Il terzo set ceduto di schianto per 6-2 non rappresenta la fine di un regno ma l’istantanea che nel tennis le nuove generazioni stanno avanzando a suon di risultati. Il russo è sicuramente il giocatore che nel corso dell’ultimo anno ha corso più velocemente.
Ero convinto che la solidità di Rafa avrebbe avuto ancora la meglio dopo il recupero quasi disperato nel secondo set. Pensavo che Rublev potesse risentirne dal punto di vista psicologico, invece ha continuato a martellare con il suo diritto asfissiante facendo girare spesso a vuoto Nadal che non è mai riuscito ad arginare, a contenere. La maschera di sofferenza del maiorchino che nascondeva molto bene la rabbia dimostra che il tempo ha le sue regole alle quali nessuno può sottrarsi.
Rafa è sempre riuscito a risollevarsi da capitomboli improvvisi. Forse ci riuscirà anche questa volta, ma i giovani stanno bussando sempre più forte. Vedremo chi sarà il primo ad aprire la porta.