Djokovic vince il 37° Masters 1000 contro l’unico avversario che è in grado di contrastarlo.
Nell’ultima finale Masters 1000 dell’anno sono arrivati i due migliori player della stagione: Novak Djokovic (1) e Daniil Medvedev (2). Quest’anno negli scontri diretti una vittoria a testa: all’Australian Open e a Flushing Meadows. Il successo a New York di Daniil è stato per Nole il più grande dispiacere tennistico della sua carriera.
Nel primo set, dopo due break interlocutori, nel fatidico settimo gioco, con una bellissima controsmorzata, Daniil ha strappato di nuovo il servizio e ha chiuso il set per 6-4. Il moscovita si è dimostrato un avversario molto temibile perché sbagliava pochissimo e riusciva a leggere le intenzioni di Nole in anticipo.
Nel quarto game del secondo Medvedev ha servito tre ace ma Djokovic è riuscito a brekkare giocando un game fantastico. Nella parte finale della frazione Daniil ha commesso alcuni errori inattesi. Il moscovita ha vinto abbastanza agevolmente l’ottavo game, ma ha consegnato il verdetto finale del match al terzo set nonostante abbia avuto tre palle break nel nono che è stato uno dei giochi più spettacolari e con il maggior numero di punti vincenti da parte di entrambi. Nole ha chiuso con il quinto ace del set.
Nel terzo il livello è stato così alto che in certi momenti sembrava facessero accademia. In effetti è stato tennis spettacolare, il meglio che si possa vedere oggi. Nel quinto game sono arrivati comunque un paio di errori di troppo di Daniil e due ottime esecuzioni di Nole che ha recuperato dal 15-40 e brekkato. Nel settimo gioco il moscovita ha subito un secondo break. Anche se ha avuto la forza di annullarne uno, Djoko al nono gioco ha chiuso con un diritto incrociato.
Lungo il cammino di Nole, per arrivare all’ultimo atto, ci sono stati incontri piuttosto impegnativi. Tenendo conto che non giocava da Flushing Meadows era evidente che dovesse riprendere confidenza progressivamente con la partita, i suoi tempi, gli avversari e il campo di gioco.
Per arrivare in finale ha dovuto giocare pochi match. Dopo aver ricevuto il bye, al secondo turno ha sconfitto al terzo set, ma senza rischiare, Fucsovics che al primo turno aveva battuto Fognini. Il serbo ha giocato bene a momenti. Al terzo set, al quarto tentativo e dopo sei minuti di gioco, Nole ha fatto il break definitivo che lo ha portato sul 4-2 e quindi a chiudere per 6-3. Non gli si poteva chiedere di più.
Agli ottavi ha potuto riposarsi perché Monfils (15), dopo due vittorie al terzo set sia contro il qualificato Kecmanovic che con Mannarino, si è ritirato. Nole ha così affrontato ai quarti di finale Fritz, uno dei giocatori che sta facendo meglio in questo finale di stagione.
Fritz proveniente dalla finale persa con Cilic a San Pietroburgo ha sconfitto Sonego, che dopo aver vinto meritatamente il primo set grazie ad un’ottima performance al servizio ha progressivamente ceduto l’iniziativa al player californiano, ma soprattutto Rublev (5) e Norrie (10), dimostrando uno stato di forma invidiabile. Per il russo si è trattata di un’ulteriore delusione in una seconda parte di stagione nella quale ha giocato male, per Norrie la fine della speranza di poter partecipare alle Atp Finals di Torino.
Djoko contro Fritz ha giocato ad un livello nettamente superiore rispetto alla partita con Fucsovics. Nel primo set ci sono stati diversi break e controbreak. Quello definitivo a favore del serbo è arrivato al decimo game. Set a strappi, giocato a momenti alterni da entrambi. Nole l’ha fatto suo grazie all’esperienza e alla maggiore capacità di chiudere nei momenti decisivi.
Nel secondo un gran diritto in contropiede di Nole gli ha dato il break che lo ha portato prima sul 4-2 e poi sul 6-3. Con questo match, anche se ha perso troppe volte il servizio, per i livello di gioco che ha espresso, ha mostrato di essere tornato.
In semifinale contro Hurkacz (7) il match ha avuto tre volti. Nel primo set, abbastanza improvvisamente, è arrivata all’ottavo game la prima palla break a favore del polacco il quale, salvandone una nel gioco successivo, ha vinto per 6-3. Nel secondo il serbo ha brekkato immediatamente e non ha lasciato spazi di ripresa a Hubert che con il passare dei game non riusciva più a scambiare e a trovare il timing giusto.
Il terzo set, nonostante il parziale vantaggio del serbo, è finito al tie-break che si è chiuso sul filo di lana. Partita nel complesso equilibrata nella quale il polacco ha sicuramente dimostrato, nonostante la débâcle del secondo set, di essere un ottimo giocatore che vale il viaggio a Torino.
Nella parte bassa del tabellone il cammino di Medvedev è stato ancora più sicuro di quello di Nole. Dopo il bye al primo turno ha sconfitto agevolmente il bielorusso Ivashka, ha impiegato un set prima di carburare contro Sebastian Korda e si è dimostrato molto superiore all’idolo di casa Gaston.
Il giocatore di Tolosa, proveniente dalle qualificazioni, aveva sconfitto al terzo turno Alcaraz al quale il pubblico ha impedito di giocare tranquillo. Nonostante il vantaggio che aveva accumulato, il diciottenne è crollato psicologicamente subendo una rimonta nel secondo set che ha dell’incredibile.
Alcaraz aveva posto fine ai sogni di Sinner (8) di arrivare a Torino come ottavo tra i Maestri. Con una partita giocata sempre in spinta ha dimostrato che i risultati ottenuti negli ultimi mesi sono solo i primi di una carriera che lo porrà ai vertici per tanti anni. Carlos non è il sosia di Nadal ma un giocatore di sicuro affidamento. Lo sa bene Ferrero che lo cura con molta maestria da diversi anni.
Medvedev ha incontrato in semifinale Sasha Zverev (4) che ha giocato un buon torneo – battuti Lajovic, Dimitrov (16) e Ruud (6) – ma ha fallito nell’appuntamento con Daniil. Il russo si è dimostrato superiore in ogni zona del campo e su tutti colpi. Nel primo set ha brekkato al quinto e al settimo game, nel secondo è salito fino al 5-1 per chiudere 6-2. L’anno scorso a Bercy s’incontrarono in finale. Zverev vinse il primo set, quest’anno la differenza è stata evidente fin dai primi game.
Se Sinner avesse battuto Alcaraz e fosse stato più fortunato nel sorteggio, come è accaduto a Ruud ma soprattutto a Hurkacz – che ha sconfitto Paul, Koepfer e nei quarti Duckworth – probabilmente sarebbe andato a Torino come l’ultimo dei Maestri. Sarà la prima riserva. Non credo che dovrà aspettare molti anni per giocare su quel palcoscenico.
Djokovic ha alzato progressivamente il proprio livello di gioco partita dopo partita. Battendo in finale Medvedev non ha consumato la vendetta di Flushing Meadows perché il Grande Slam è impagabile, ma si ripresenta ancora come il giocatore da battere. Questo è stato il suo 86°torneo vinto, 37° Masters 1000. Medvedev si è dimostrato l’avversario più degno per una finale. In questo momento sono molto più forti del resto del lotto.