Due anni fa Berrettini incontrò Bedene al primo turno di Wimbledon. Perse il primo set, poi il suo gioco aggressivo ebbe la meglio delle resistenze dello sloveno, player che gioca bene ma è troppo leggero per sostenere il ritmo del romano. Oggi è andata ancora meglio a dimostrazione della crescita tecnica e di mentalità che Matteo sta acquisendo partita dopo partita.
Il punteggio di 6-4 periodico potrebbe far pensare ad un match anche abbastanza equilibrato. A mio parere non è stato proprio così. Il romano ha perso pochissimi punti al servizio, è stato devastante con il diritto e soprattutto ha dato la sensazione di spendere il giusto delle risorse psicofisiche che gli saranno fondamentali la prossima settimana.
Forse avrebbe potuto spingere di più e vincere con un punteggio ancora più netto. Non era necessario. Fondamentale era mettere a punto quei colpi come la risposta bloccata di rovescio che ancora deve migliorare e che potrà esser necessaria se veramente vuole fare la storia.
Per la cronaca i break sono arrivati al nono, al terzo e al primo game di ciascun set.
Giocherà al prossimo turno con Ivashka, i quarti di finale sono sempre più vicini. L’ultimo a riuscirci fu Davide Sanguinetti nel 1998, anche se è viva nel ricordo di chi non è giovanissimo la sfortunata partita di Panatta nel 1979 con Dupre, avesse vinto avrebbe incontrato Tanner in semifinale. Borg sarebbe stato ad attenderlo all’ultimo atto.
Berrettini-Bedene 6-4 6-4 6-4