Per la prima volta due italiani arrivano ai quarti di finale di Flushing Meadows. Domenica pomeriggio ci è riuscito Matteo Berrettini (13) mentre questa notte è stata la volta di Jannik Sinner (11) che ha avuto la meglio in una partita di quasi quattro ore sul bielorusso Ilya Ivashka.
E’ stato un match che l’altoatesino ha dominato nella prima ora ma che onestamente nel quinto set credevo perdesse quando si è trovato sotto 3-1. Ancora una volta ha dimostrato di essere un vincente, di essere bravissimo a resettare i tanti errori che stava commettendo per ricominciare una nuova partita fatta di un gioco in pressione e di vincenti ai quali il bielorusso non ha saputo più reagire.
Il primo set è stato poco più di una formalità con Jannik che strappava il servizio ogni volta che Ilya batteva grazie ad un gioco in continua pressione e molto veloce. Partiva bene anche nel secondo brekkando immediatamente ma dal game successivo qualcosa incominciava a cambiare: Ivashka entrava maggiormente nel match e non si limitava solo a ribattere mentre Jannik commetteva qualche errore di troppo durante gli scambi e soprattutto era molto falloso al servizio.
Quattro doppi falli acconsentivano al bielorusso di rientrare parzialmente nel match ma era ancora Sinner a tenere in mano la partita. Controbrekkava al terzo game, saliva fino al 4-2 ma nel fatidico settimo game Jannik commetteva troppi errori, compreso un ulteriore doppio fallo – ne ho contati 14 a fine match, un numero che deve drasticamente abbassare fin dal prossimo turno se vuole rimanere competitivo – che permettevano all’avversario di rientrare. Il player di Minsk nel finale del secondo set ha preso coraggio e al dodicesimo gioco rimetteva la partita in parità abbastanza inaspettatamente per quello che si era visto fino a quel momento.
E’ indubbio che Ivashka non subiva più passivamente, si faceva maggiormente propositivo e trovava diverse soluzioni vincenti ma era stato soprattutto il ragazzo della Val Pusteria a rimetterlo in gioco a causa dei troppi errori commessi.
Il terzo set è sembrato replicare l’inizio del match con Sinner di nuovo pronto a riprendere in mano la partita e capace di tirare vincenti che gli permettevano di brekkare al terzo e al settimo game dopo esserci andato molto vicino anche nel gioco più lungo del match, il quinto.
Quando nel quarto ho visto Sinner controbrekkare nel fatidico settimo game pensavo che la partita avesse ancora poco da dire. Mi sbagliavo perché le emozioni, quelle che fanno venire le palpitazioni, non erano ancora arrivate. Sul 5-4 Ivashka, Jannik ha giocato un game da dimenticare, un suicidio tennistico che rimetteva il bielorusso ancora perfettamente in partita. Era così il quinto set a decidere chi sarebbe arrivato tra i primi otto nel quarto torneo dello Slam, prima volta per entrambi.
Sul 3-1 Ivashka credevo che la piccola tragedia tennistica del nostro giovane eroe si stesse consumando. Mi stavo sbagliando perché non avevo tenuto conto delle risorse di tenuta mentale di Jannik che sa capovolgere partite che sembrano perse.
Il suo è stato un finale in crescendo, con Ivashka forse sorpreso quando pensava di essere già nei quarti. Sinner tornava a giocare come nei primi game dell’incontro, capace di tirare con coraggio e costringendo l’avversario a una resa incondizionata visto che era in grado di vincere solo 2 degli ultimi 18 punti.
Jannik ci ha detto ancora una volta di essere un vincente, di saper resettare immediatamente i tanti errori dei quali ha infarcito il suo gioco ma che ha bisogno di un po’ di tempo per completarsi, per diventare un numero 1.
Se vuole arrivare in semifinale deve saper trovare tra le tante risorse che ha disposizione quelle necessarie per battere Alcaraz, la sfida che nei prossimi anni potrebbe sostituire Djokovic-Nadal, che ha mostrato come Jannik di essere un vincente visto la gran lotta che ha dovuto sopportare contro un mai domo Cilic che vinse a New York nell’ormai lontano 2014.
Sinner-Ivashka 6-1 5-7 6-2 4-6 6-3