Servite le semifinali dell’ottantesima edizione del Masters 1000 di Roma: Rune (7)–Ruud (4), Medvedev (3)–Tsitsipas (5). Possiamo sicuramente parlare di penultimi atti di qualità, ognuno ha possibilità concrete di vincere il torneo che non ha una gamba zoppa, nessuno sarebbe una vera sorpresa.
Per come si è svolta la stagione Casper Ruud è sicuramente, tra i quattro, il giocatore che ha deluso maggiormente, è in ritardo di preparazione e non mi ha convinto completamente neanche nella vittoria con Francisco Cerundolo. Troppi gli errori in particolare di diritto, alcune insicurezze tattiche mi fanno pensare che sia il giocatore che abbia meno probabilità di vincere il torneo anche se dovesse battere Rune, il giocatore emergente insieme ad Alcaraz, il player che nell’ultimo anno ha fatto i passi avanti più velocemente.
Ricordiamo che un anno fa mentre Alcaraz, entrambi ventenni, aveva già vinto Miami e Madrid e aveva fatto molto bene a Indian Wells, Holger Rune era da poco entrato nei cento e nei tornei di alto livello non aveva ancora lasciato segni evidenti. Agli Internazionali d’Italia vecchio formato, e quindi con un tabellone a 56 giocatori, Rune uscì al primo turno di qualificazione. Il danese, che ha sfiorato la vittoria a Monte Carlo, è il giovanissimo del momento considerato ormai che Alcaraz è stabile tra le stelle del presente e del futuro. Rune lo diventerà sicuramente, soprattutto quando supererà le sue intemperanze da moccioso come ebbe da dire Wawrinka a Parigi-Bercy. Il danese sa interpretare tutte le parti in commedia quando è su un campo da tennis. Sa attendere e accelerare, ha cambi di ritmo ma anche ottime azioni di difesa che lo fanno diventare certe volte un muro quasi invalicabile. In certi momenti si imbatte ancora in giocate da diciottenne, che non ha più, ma credo che anche questa brutta abitudine la perderà nel giro di poco tempo.
A proposito di muro invalicabile Daniil Medvedev ha superato e forse vinto la sua personale battaglia contro la terra rossa che ha più volte dichiarato di non gradire. Nell’ultimo mese si è allenato con intensità su questo tipo di superficie e i risultati sono evidenti. Ha sconfitto gli avversari senza rischiare nulla o quasi e anche con Zverev che ricordo vinse al Foro Italico nell’ormai lontano 2017 – sembra passata un’era geologica – ha vinto abbastanza facilmente.
Sascha sta avendo molta difficoltà a rientrare tra i grandi e mi sembra che oltre ai problemi del recupero fisico ci siano discorsi tecnici mai completamente superati né con il padre e il fratello, ma neanche con i vari tecnici che lo hanno affiancato. Ha 26 anni e quindi ha ancora il tempo per tornare nella top five ma è chiaro che con i giovanissimi nati nel nuovo millennio che si stanno affermando tornare ad essere un protagonista assoluto rimane sempre più difficile.
Stefanos Tsitsipas in questa stagione sulla terra finora ha fatto meno bene degli ultimi anni. A Roma sembra stia ritrovando la forma, la voglia di vincere e le motivazioni che forse gli erano mancate nei tornei precedenti. Se dovesse ritrovarsi completamente è il giocatore con maggiore attitudine e forza per vincere al Foro Italico. Stefanos ha un servizio e un diritto straripanti, anche se certe volte si fa intrappolare sul rovescio – bello ma non efficacissimo – che lo porta a perdere partite che per le sue capacità tecniche dovrebbe vincere.
E’ certo che avremo un nuovo vincitore al Foro Italico, dimostrazione ulteriore che il dado è tratto, che le nuove generazioni hanno ormai definitivamente scavalcato la vecchia, anche se un colpo di cannone o forse due di Djokovic potrebbe ancora arrivare. Per quanto riguarda invece Nadal la situazione, come ha detto in conferenza stampa, è perlomeno imprevedibile. Dovremmo rivederlo rinfrancato il prossimo anno, nei mesi del commiato, nei tornei che hanno fatto la sua storia unica ma pensare che possa essere ancora in grado di vincere è perlomeno troppo presto anche solo immaginarlo. E’ lui il primo a saperlo.
Per quanto riguarda la prestazione deludente dei giocatori italiani proverò a scrivere un pezzo nei prossimi giorni, a bocce ferme.