Ci speravamo anche se lo dicevamo senza farci tanto sentire. Questa notte avremmo voluto vedere come quarto di finale della parte bassa del tabellone il derby tra Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego.
Ricordo che s’incontrarono al Challenger statunitense di Phoenix nel marzo del 2019, torneo che giocarono in preparazione a Miami. Finì 6-4 6-4 per il romano ma erano altri tempi.
Matteo aveva già vinto il torneo di Gstaad, nei mesi successivi alcuni risultati di prestigio lo portarono fino alle Atp Finals di Londra.
Lorenzo, benché maggiore di un anno ma arrivato al tennis dopo Matteo, incominciava a fare sporadici risultati di un certo spessore e soprattutto iniziava a scalare la classifica. A giugno arrivò il primo successo Atp sull’erba un po’ spelacchiata di Antalya.
Sono passati oltre due anni, in mezzo la sosta per la pandemia e purtroppo per Berrettini alcune interruzioni forzate perché il suo fisico, a dispetto dell’evidenza è fragile, ha bisogno ogni tanto di fare qualche revisione.
Sonego riesce a giocare con continuità anche se, nonostante una crescita straordinaria che è sotto gli occhi di tutti, soffre ancora di alti e bassi, è più umorale, meno solido.
Negli ultimi tre anni sono cresciuti insieme – spesso hanno giocato gli stessi tornei – con Lorenzo che è sempre stato un passo indietro ma mai due. Come se Matteo fosse avanti di un anno a scuola, facesse da apripista.
Nel 2019 Berrettini ha giocato gli ottavi di finale sul Centrale di Wimbledon al cospetto di Roger. Quest’anno Lorenzo ha provato la stessa esperienza. Sono passati 24 mesi forse solo perché l’anno scorso sui campi di Church Road non si giocò causa di forza maggiore.
Sarebbe stato bello vederli stanotte a Cincinnati: il suggello della loro crescita fatta a leggera distanza ma insieme, educata nel rispetto e nell’amicizia ma pur sempre rivali. Purtroppo non è successo.
Lorenzo ha giocato un primo set straordinario con Tsitsipas, vincendolo meritatamente. E’ entrato sicuro con Il volto concentratissimo, di chi è perfettamente cosciente che può giocare una partita che è in grado di concedergli ulteriore credito tra colleghi e tecnici.
Dopo aver vinto il primo set con break all’undicesimo gioco – il migliore della sua breve carriera sul cemento – e con tre palle per strappare all’inizio del secondo il servizio al giocatore di Atene ha incominciato a disunirsi, a fare qualche errore di troppo.
Ci ha provato fino in fondo come è sua consuetudine ma Stefanos ha alzato ulteriormente il livello della risposta, del servizio e ha giocato da fondo con maggiore continuità. Lorenzo ha avuto qualche calo di concentrazione e di energie, ma ha saputo sul finale riprendersi giocando in modo dignitoso fino all’ultimo.
Sonego esce da questa sconfitta rinforzato nel carattere, nella consapevolezza e nella capacità di stare in campo. Ormai i primi dieci, come ha dimostrato agli Internazionali, li vede da vicino. E’ ancora dietro ma a non più di un’incollatura. Nei prossimi anni a novembre spera di giocarci contro nella sua città. Credo non sia più un sogno irraggiungibile.
Se Lorenzo era nelle condizioni migliori per giocare un match straordinario Matteo purtroppo no. Se per il piemontese battere Tsitsipas sarebbe stata comunque un’impresa, per il romano, fosse in condizione, la vittoria contro Aliassime sarebbe stato un risultato che rientrerebbe nella logica.
Era al suo secondo match dopo la straordinaria finale di Wimbledon. In questo momento non ha tennis nelle gambe, non ha il ritmo della gara. Come spesso ci ricorda il suo coach Santopadre, anche per il suo fisico imponente, Berrettini ha bisogno di giocare alcuni match di fila per ritrovare posizione, movimenti, schemi.
Come una macchina di serie superiore deve prima accendere il motore, poi scaldarlo, prendere velocità e quindi accelerare. Dall’11 luglio è rimasto fermo ai box. Il recupero, la preparazione non gli possono bastare. Ha bisogno di tempo e visto che mancano dieci giorni a Flushing Meadows, dove nel 2019 si fermò solo in semifinale al cospetto di Nadal, la situazione preoccupa.
Matteo potrebbe chiedere una wild card per Winston-Salem, torneo nel quale Sonego si è cancellato, ma solitamente i migliori preferiscono perfezionare la preparazione di uno Slam allenandosi. Sarebbe comunque un eccezione, ma già provata. Ricordiamo che Djokovic prima di vincere il Roland Garros aveva giocato nella sua Belgrado e a Parigi non gli andò così male.
Altrimenti dobbiamo sperare che incontri nei primi turni del torneo newyorkese avversari che lo mettano in palla, dal ritmo regolare, che lo facciano giocare e tornare nel clima torneo con il passare dei giorni.
Questa notte Auger ha giocato la migliore partita del post Wimbledon dove perse proprio da Matteo nei quarti. Ha giocato lungo e potente, con un buon ritmo e sicurezza e non è bastato l’atteggiamento mentale di Berrettini che ha sofferto e lottato come fanno i giocatori che hanno da difendere lo status del campione ormai raggiuto.
Sono bastati all’amico Felix due break decisivi consecutivi. Al decimo gioco nel primo set, al secondo nella frazione successiva.
Credo che Berrettini-Sonego come match importante sia solo rimandato.