Il giovane statunitense vincendo per la prima volta il torneo californiano corona un suo sogno da ragazzino.
Taylor Fritz (20), che nell’edizione autunnale dello scorso anno si spinse fino alle semifinali fermato da Basilashvili dopo aver sconfitto Berrettini, Sinner e Zverev, quest’anno è riuscito a vincere il torneo che si gioca non lontano da dove vive. Battendo Nadal (4) in due set, ad onor del vero non in perfette condizioni fisiche, si è fatto il regalo più bello, quello dei suoi sogni fin da ragazzino quando era una giovane promessa del tennis statunitense e non solo.
Le lacrime a fine del match erano liberatorie e lo ripagavano dai tanti sforzi fatti, dalle delusioni, dalle sconfitte inspiegabili, dai momenti difficili.
Lo statunitense ha brekkato al primo e al terzo game ed è volato così sul 3-0. Nadal non riusciva a incidere con i colpi da fondo ed è stato fallosissimo. Le palle di Rafa erano corte e non infastidivano Taylor che ha tenuto molto bene lo scambio da fondo e affondato appena ne aveva la possibilità.
Nell’ottavo gioco il braccio di Fritz si è irrigidito. Ha perso la misura del diritto e con essa anche il game ma nel nono Nadal ha subito il terzo break.
Nel secondo set Rafa ha giocato meglio provando schemi alternativi ai suoi soliti perché da fondo i colpi non davano i soliti esiti. Lo spagnolo nel nono game non è riuscito a concretizzare la palla break che si è procurato. Fritz è rimasto in vantaggio. 5-4, 30-40 ha significato match point per Fritz annullato da un’ottima accelerazione di diritto di Rafa.
Nell’undicesimo game Fritz con quattro punti consecutivi ha annullato due palle break e chiuso un gioco che gli poteva essere anche fatale. Nadal ha portato il set al jeu decisif che il californiano ha chiuso per 7 punti a 5.
Né Rafa né Taylor erano stati impeccabili nel loro percorso verso la finale. Avrebbero potuto perdere entrambi. Sono arrivati all’ultimo atto in punta di piedi.
Il maiorchino si era salvato al secondo turno con Kordino solo perché al figlio di Petr era venuto il braccino ad un passo dal chiudere e con Opelka (17) e Kyrgios – giocatori che non gli permettono di esprimersi al meglio – aveva dovuto ricorrere a tutte le sue doti, in parti innate ma anche costruite nel tempo, di grande combattente.
Diverso il match di semifinale contro Carlos Alcaraz (19) che lo ricorda più per tempra che per il modo di portare i colpi. Sarebbe potuta essere una gran partita se non fosse stata disturbata, a tratti, da un vento fortissimo.
All’inizio del terzo set, dico la verità, pensavo che Carlitos riuscisse a portare a casa il match. Sembrava più sicuro, i suoi game al servizio erano diventati ingiocabili, ma Rafa ha saputo domare sia il vento che il giovane avversario vincendo un incontro difficile anche perché sentiva dolori al torace.
Per Taylor questo torneo non è uno dei tanti eventi del Circuito ma il Torneo come può essere il Foro Italico per un giocatore italiano. A Indian Wells, dove i genitori lo accompagnavano da bambino, ha fatto il primo torneo importante incominciando dalle qualificazioni, quando gli statunitensi sbagliando pensavano di aver trovato l’erede di Sampras, fino alle semifinali dello scorso autunno.
Quest’anno forse solo sua madre, ottima giocatrice alla fine degli anni ’70 e sempre presente in tribuna a incitarlo, credeva nel miracolo tennistico. Taylor ha sudato, ha faticato più del dovuto per battere il qualificato Munar e anche De Minaur (20).
Il californiano ha giocato meglio con Rublev (7) che nei tornei di spessore spesso non regge l’urto psicologico, fino a spingersi a veri atti di autolesionismo, ma ha meritato con Rafa che almeno nel secondo set ha alzato il suo livello di gioco.
Raccontato dei due principali protagonisti questo torneo ha detto cose interessanti e importanti.
La nota forse più positiva viene dalle vittorie del diciottenne di Murcia Alcaraz che ha battuto con facilità estrema McDonald, Bautista (15) – lasciandogli solo due game – Monfils (26) e Norrie (12) perdendo solo, come ho detto, da Nadal dopo un bell’incontro condizionato da un vento fortissimo.
Abbiamo rivisto il talento cristallino di Kyrgios che ha sconfitto tra gli altri Ruud (8), non proprio un fratello di pace, e che nei quarti di finale ha messo in difficoltà anche Nadal prima di arrendersi al decimo game del terzo set.
Interessante pure il torneo giocato da Kecmanovic che con Nalbaldian sembra stia ritrovando la strada che sembrava persa nell’ultimo anno. Il lavoro con l’ex campione argentino è iniziato lo scorso febbraio e da quest’anno sembra stia incominciando a dare i suoi frutti.
Miomir ha sconfitto nell’ordine il qualificato Broady, Cilic (24) annullandogli match point, van de Zandschulp, Berrettini (6) dopo dura battaglia, e trovando la strada sbarrata solo dal futuro vincitore contro il quale ha giocato in particolare nei primi due set un ottimo match.
Ricordando che Djokovic non era presente perché non è vaccinato dal Covid, devo dire che hanno deluso Zverev (3) battuto al suo primo incontro da Paul, Tsitsipas (5) che ha perso al terzo turno da Brooksby, ma anche i canadesi Auger (9) e Shapovalov (13) che non sono entrati nel vivo del torneo.
Berrettini come detto ha perso da Kecmanovic, Sinner (10) si è ritirato al quarto turno prima di giocare con Kyrgios, Fognini al secondo prima di scendere in campo con Basilashvili (18), Sonego (21) è uscito per mano di Bonzi mentre Musetti ha trovato in Opelka un muro insormontabile.
Con Taylor Fritz gli statunitensi non hanno trovato Sampras, nemmeno Agassi o Roddik ma un giocatore che ormai punta alla top ten senza indugi. Sono in tanti a farlo, non c’è posto per tutti. Probabilmente qualcuno dovrà scansarsi. La lotta per le Atp Finals è appena iniziata e anche Taylor vi parteciperà.