Jannik Sinner (10) l’aveva ripetuto più volte. ”Mi alleno non solo per l’oggi ma per un obiettivo lontano, per le grandi vittorie, per provare a essere il migliore, forse fra due o tre anni”. Ci aveva detto la verità, ma non tutta perché quello che è successo con Carlos Alcaraz (1), nella seconda semifinale di un Masters 1000 dopo quella di Indian Wells, ha dimostrato che il suo lavoro sarà sì a lunga gittata, ma che non sta perdendo di vista neanche i tornei da disputare durante questa primavera e più in generale nel 2023.
Avevo visto Cahill osservare il derby russo Medvedev-Khachanov e quindi la speranza che non fossero solo ore spese a buon rendere ma che potessero servire già per la finale. L’impressione che Sinner e il suo gruppo ci credessero non era solo una mia fantasia quindi, ma il modo sicuro e quasi spavaldo con il quale ha giocato non me l’aspettavo.
Avevo scritto nel pezzo precedente che Jannik per fare partita alla pari avrebbe dovuto migliorare il rendimento sulla prima e forzare di più la seconda per evitare di essere attaccato. E’ successo perché sul servizio ha creato i presupposti per la vittoria, mostrandosi più sicuro nello scambio da fondo, più intenso e capace di prendere i rischi che lo hanno portato al successo.
E’ stato bravissimo nello scambio di pressione con diritti e rovesci che partivano da ogni direzione e per tutti gli angoli del campo prendendo sul tempo l’avversario che era costretto a rincorrere e a sbagliare. Lo aveva fatto anche a Indian Wells ma stavolta ci è riuscito ancora meglio, più preciso e sicuro come se al posto del braccio avesse un telecomando.
Ha giocato variazioni importanti e non si è fatto mancare un gran bel numero di risposte che mettevano in crisi l’avversario costretto a subire i fendenti di Sinner che era bravo a giocare anche il lungo linea di rovescio che sorprendeva il rivale.
Rispetto a due settimane fa abbiamo visto una nuova versione di Sinner a dimostrazione che in questi giorni ha lavorato molto sotto l’aspetto tecnico e mentale perché l’altoatesino ha saputo reagire ad un primo set quasi vinto ma che ha poi perso al tie-break. E’ nel secondo e nel terzo set che ha costruito la vittoria, che ha dimostrato quello che tutti si aspettavano da lui ma che per pudore non gli chiedevano ancora.
Da oggi Sinner, che crescerà ancora, non è più la grande promessa e il player che deve ancora farsi, ma una realtà con la quale tutti dovranno farci i conti, compreso Medvedev con il quale domenica giocherà la finale. Con il moscovita che vive a Nizza ha giocato cinque volte e ha sempre perso ma l’ultima volta che si sono incontrati – il 19 febbraio a Rotterdam – ha vinto un primo set di altissimo livello prima di cedere alla distanza. Jannik è migliorato in questo periodo sia sotto l’aspetto mentale che quello fisico e quindi la partita secondo me non ha un favorito.
Non posso non raccontare alcuni momenti decisivi dell’incontro nel quale fin dai primi scambi si è visto che era sceso in campo una versione diversa di Sinner da quella di Indian Wells. Nel quarto game l’azzurro va sul 15-40 grazie a due bellissime risposte. La seconda opportunità è quella buona. Sale sul 3-1 e quindi consolida il vantaggio servendo molto bene. Jannik si blocca nel fatidico settimo game e cede il servizio. Carlos è lì. Controbrekka e vince l’ottavo gioco tornando in parità. 4-4. Tutto da rifare.
Carlos rispetto ai primi game gioca sicuramente meglio. E’ tornato pericoloso, grintoso, le sue palle sono veloci, il suo braccio è fluido. Il murciano all’undicesimo game brekka per la seconda volta e va a servire per il set. Ha un set point ma Jannik non cede di un passo. Combatte, rischia, è propositivo e alla quarta opportunità controbrekka. Si va al tie-break che Carlos gioca con maggiore determinazione vincendolo per 7 punti a 4.
Perdere un set dove era stato in vantaggio e poi bravo a rimontare è sicuramente una mazzata difficile da digerire per chiunque. E’ proprio nel secondo e nel terzo set che si vede la nuova versione di Sinner fortissimo come non mai sia fisicamente che mentalmente. Reagisce immediatamente. Di nuovo in vantaggio per 2-0 ma viene raggiunto. Jannik salva due palle break sul 3-4 e nel nono gioco sale 0-40 e quindi brekka senza perdere punti. Chiude al decimo gioco spingendo come sa e lasciando solo un 15 all’avversario. 6-4 Sinner. Tutto è rimesso al set decisivo.
Sulla spinta del secondo parziale Jannik non concede quasi più nulla. Brekka immediatamente e consolida il vantaggio. Carlos sembra pagare lo sforzo. E’ Jannik più reattivo, sembra più fresco, ha più energie da spendere. Nel sesto gioco annulla una palla break, l’ultima opportunità per il murciano di rientrare. Nel successivo l’altoatesino strappa di nuovo il servizio e vince l’ottavo game in sicurezza. 6-2 Sinner.
Due anni fa Sinner giocò sempre a Miami la prima finale Masters 1000 con Hurkacz. Ne uscì quasi frastornato e con le ossa rotte. Dopo due anni c’è un giocatore nuovo che incontrerà un avversario che non ha mai battuto ma la lotta sarà sicuramente dura e incerta. Jannik non la deve temere!
Sinner-Alcaraz 64-7 6-4 6-2