Quasi otto anni fa Fognini e Delbonis s’incontrarono nella finale di Amburgo. Ricordo un gran bel match vinto da Fabio. Per il player di Azul pensavo potesse essere la prima di una lunga serie di finali. Da allora ne fece solo altre tre, vincendone due. L’ultima risale al 2016.
La sua è stata una carriera con pochi alti e molti bassi e alcuni periodi di crisi vera che sembravano averlo relegato ad una attività di Challenger e neanche delle migliori.
Federico è tornato negli ultimi mesi, ha messo a segno diverse vittorie. Non me l’aspettavo.
Gli alti e bassi nel corso della carriera non sono mancati neanche a Fognini, ma la sua è stata giocata a livelli migliori e non solo per la vittoria a Montecarlo. Purtroppo troppo discontinuo anche all’interno della stessa partita.
Colpi rapidi con i piedi sempre dentro il campo per giocare in velocità e d’anticipo per Fognini. Spesso goffo, lento negli spostamenti, potente ma impreciso Delbonis.
Oggi non mi spettavo questo tipo di andamento del match. Male, troppo male Fabio per essere vero. Tante le occasioni sbagliate, molte volte in vantaggio si è fatto riprendere, ma questo non basta per giustificare una prestazione incolore contro un player che non è Nadal.
Nel primo set parziale recupero di Fognini che da 1-5 è riemerso fino al 4-5. Delbonis ha tenuto il servizio.
Nel secondo determinante un primo game lunghissimo nel quale si sono contate innumerevoli occasioni per Fabio. Averlo perso lo ha costretto a rincorrere sempre in affanno, sempre a cercare lo spunto per tornare in partita. L’unico game Fognini l’ha vinto sullo 0-2.
Dopo l’interruzione per pioggia speravo di rivedere la versione vera di Fabio. Non è stato così. Il copione non è cambiato. Break al secondo gioco e nessuna opportunità vera per rientrare.
Federico, per la prima volta agli ottavi di finale del Roland Garros, incontrerà il vincente tra Ruud e Davidovich Fokina. La sua gioia incontenibile con urlo annesso a fine partita vale più di ogni parola.
Delbonis-Fognini 6-4 6-1 6-3