Garin aveva battuto Medvedev al terzo turno dell’ultimo Open giocato alla Caja Magica di Madrid. Erano i giorni nei quali il russo si lamentava della superficie in terra rossa – maledetto chi l’ha inventata – e voleva convincere gli altri, forse più che se stesso, che non era in grado di giocarci.
Chissà se Garin, che sul rosso ha costruito una carriera, ha creduto alla favoletta o se ha pensato che era solo un modo per togliersi responsabilità e un gran peso psicologico dalle spalle.
Daniil del resto, fino a quest’anno, non aveva ancora vinto una partita al Roland Garros, ma da testa di serie n°2 non poteva certo andare a Parigi solo per diletto, aveva una posizione di rendita da salvaguardare.
Medvedev ha dominato nei primi due set come si fa solo quando ci sono due spanne di differenza tra i player. Palle lunghe e aperture di campo che hanno costretto il cileno a tantissimi errori. Due break nel primo set ed altrettanti nel secondo.
Piglio diverso di Cristian all’inizio del terzo quando ha provato a insinuarsi nel gioco pregevole, pochissimi errori e tantissimi vincenti, del russo.
Salito sul 3-0 Garin non ha avuto il tempo di guardare avanti. Break a 0 di Medvedev al quinto gioco e gli sforzi del cileno sono risultati vani.
Il terzo set avrebbe potuto chiudersi prima del dodicesimo game se Daniil fosse riuscito a risolvere a suo favore un’occasione al settimo gioco. Garin ha provato a vendere cara la pelle, ma nulla ha potuto contro il tennis quasi perfetto, in certi momenti reali del russo.
Alla favoletta che non riesce a giocare bene sul rosso sono sicuro che Tsitsipas, suo prossimo avversario, non ci creda per niente.
Medvedev-Garin 6-2 6-1 7-5