Erano in molti a considerare la partita di Sinner contro Herbert un allenamento o poco più. Un paio di ore per sentire sensazioni, per provare i colpi e i campi, riabituarsi gradualmente ai rumori che vengono dagli spalti.
Tutto vero se consideriamo solo il primo set. Jannik è partito bene, è sembrato in palla. Primo set dominato dall’altoatesino che ha perso solo il terzo game, mentre nel secondo Jannik è diventato troppo falloso e si è ostinato a giocare sempre palle al massimo della velocità e del rischio. Herbert è cresciuto in convinzione e determinazione, giocando palle con variazioni, ritmi e angolazioni diverse. Break decisivo di Pierre-Hugues al settimo game che lo ha portato a vincere il set al decimo game.
Il terzo set è stata la cartina di tornasole che ha dimostrato che Sinner non è sceso in campo come avrebbe voluto coach Piatti. Quando il predestinato sta perdendo con un 5-2 pesante, due break subiti, ma è bravo a recuperare e a portare l’avversario al tie-break deve vincerlo. Fatali gli errori che ha commesso negli ultimi punti del gioco decisivo.
Nel quarto set fondamentale l’ottavo gioco quando, con Herbert in vantaggio 4-3, l’altoatesino ha salvato diversi break ma ancora più bravo a mantenere la calma quando sul 4-5 ha annullato un match point sul 30-40. Passato il pericolo alcuni errori dell’alsaziano e un suo buon punto gli hanno permesso di salire 6-5 per chiudere 7-5.
Quinto set nel quale Jannik è riuscito a mantenere un break di vantaggio dal primo gioco fino a salire 5-4 e servizio. Ha chiuso al decimo game alla seconda opportunità dopo che anche nel gioco precedente aveva avuto un match point.
Diciamoci la verità. Sinner è stato bravo ma anche fortunato. Si è salvato anche perché nei momenti decisivi il francese, a differenza dell’altoatesino, è sembrato tremebondo. Match nel suo complesso per nulla convincente. Lo attende Mager.