Se il pubblico di San Pietroburgo sperava di vedere una finale tra Rublev (1) e Shapovalov (2), non aveva fatto i conti con la scarsa forma psicofisica del moscovita e la follia del canadese. Entrambi sono usciti nei quarti di finale senza rimpianti visto che il loro tennis lo dimenticano da ormai molti mesi quando scendono in campo.
Rublev ha perso dal qualificato Van de Zandschulp, il signor Nessuno che abbiamo scoperto a Flushing Meadows dove dalle qualificazioni si è avventurato fino ai quarti di finale del tabellone principale nel quale ha perso, non senza lottare, dal vincitore Medvedev.
Shapovalov è stato invece sconfitto dal n°2 tedesco Struff che ha azzeccato la giornata buona, quella nella quale gli entravano prime velocissime, diritti vincenti e trasformava in punti molte discese a rete. Per contro un Shapovalov che ha mostrato ancora una volta come si fa a sperperare il talento che Madre Natura gli ha donato. Dopo Wimbledon ne ha vinte pochissime anche se aveva giurato che nei mesi appena trascorsi avremmo visto finalmente la versione migliore del suo tennis.
E’ arrivata in semifinale solo una testa di serie dimostrando che spesso gli ultimi tornei della stagione assomigliano a dei turni al lotto perché le motivazioni e le risorse residue non sono le stesse per tutti.
Tra Taylor Fritz (5) e Jan-Lennard Struff ha vinto il giocatore più dotato nonostante nel primo set, dopo una buona partenza, Taylor si sia fatto sorprendere all’undicesimo gioco. La partita è stata abbastanza spettacolare anche se il tedesco nel suo gioco di servizio e volée alternava bei punti a giocate inguardabili. Più continuo e forte il player californiano che nonostante la giovane età è da molti anni sulla ribalta con alterne fortune.
Dopo aver sciupato il primo set nel secondo e nel terzo Taylor ha migliorato il rendimento al servizio ma anche in risposta e soprattutto si è mostrato più solido e continuo imponendo scambi ai quali Jan-Lennard non ha saputo replicare. Due break per set sono bastati allo statunitense per aggiudicarsi il match.
Dopo la semifinale raggiunta a Indian Wells dimostra di essere un giocatore temibile e soprattutto in forma. Gli americani diversi anni fa vedevano in lui il nuovo Sampras. Avevano preso un abbaglio. Comunque il giocatore è in crescita e forse un giorno potrebbe anche entrare nella top ten.
Fritz-Struff 5-7 6-1 6-3
Tra Marin Cilic e Botic Van de Zandschulp ha vinto il giocatore più esperto, uno dei più vincenti tra quelli che sono in attività. Nel primo set gli è bastato un break al sesto gioco. E’ stato ingiocabile, come gli capitava molto più spesso in passato, al servizio. Il diritto è tornato performante, aggressivo e veloce.
Il suo uno-due ha fatto spesso molto male. Sembrava averlo perso. Quest’anno, tuttavia non contro i migliori, lo ha ritrovato. Viene dalla finale di Mosca persa con Karatsev quindi è in forma quando si tratta di giocare tornei di medio livello.
Anche nel secondo set non ha mai concesso palle break. Marin è stato chirurgico nello strappare il servizio all’avversario al terzo e al nono gioco. In certi momenti ho rivisto il Cilic vecchia maniera, il player spesso incontenibile per potenza e precisione.
Per dire tuttavia che è tornato deve rientrare tra i primi venti in classifica Atp e deve battere alcuni top ten. Il tempo ci dirà se ne sarà capace anche se con i giovanissimi che avanzano l’impresa si fa sempre più ardua.
Cilic-Van de Zandschulp 6-3 6-3