Di solito è necessario aspettare il termine della prima settimana, quando sono stati giocati i primi tre turni di uno Slam e si è quindi giunti agli ottavi, per fare una prima analisi sull’andamento del torneo. Per questo Australian Open bastano i primi due per capire che fare le previsioni è un’arte difficile. Poche le certezze, diverse le difficoltà per alcuni che sono giunti comunque ai sedicesimi di finale.
Partiamo dall’uscita prematura delle prime due teste di serie: Nadal (1) e Ruud (2). Il fatto è abbastanza clamoroso se si pensa che è dall’edizione del 2002 di questo stesso torneo che i primi due favoriti secondo la classifica mondiale perdessero così precocemente. Allora accadde all’idolo di casa Hewitt e al brasiliano Kuerten. Da quando il tennis è Open è successo sette volte. Quattro al Roland Garros, una agli US Open e le ultime due volte, come ho detto, nel continente australe.
E’ interessante notare che cinque sconfitte delle sette entro il secondo turno sono concentrate nel periodo dal 1998 al 2002, vale a dire quando i vecchi campioni – vedi Sampras, Agassi – incominciavano a perdere i primi colpi, soprattutto sulla terra, e i nuovi, che caratterizzeranno per quasi due decenni il tennis, erano ancora dei ragazzini. Federer era ai primi passi e non aveva ancora vinto Slam.
E’ interessante pure notare che la prima volta che è successo questo pandemonio eravamo nel 1990. A uscire entro il secondo turno al Roland Garros furono Edberg (1) e Becker (2), non proprio due terraioli puri. Da lì a un mese s’incontreranno per la terza volta consecutiva alla finale di Wimbledon. Il tennis è Open dal 1968, il computer funziona dal luglio del 1973. Per oltre vent’anni regnò quindi una maggiore stabilità.
C’è un altro dato statistico interessante da considerare. Nessuno ne parla in questi giorni ma Alcaraz, che è il n°1 del ranking e quindi doveva essere la prima testa di serie, non ha potuto partecipare per problemi fisici. E’ la quarta volta che nessuno dei primi tre tennisti della classifica mondiale è in gioco al terzo turno di un Major. Oltre a quest’anno è già successo nel 1990, nel 1999 e nel 2002.
Dopo questa digressione guardiamo a oggi.
Si sospettava che Nadal non fosse in forma. Dopo lo straordinario inizio di stagione dello scorso anno che arrivò abbastanza improvvisamente, credo anche per lui, negli ultimi mesi Rafa è passato da un problema fisico all’altro e non ha potuto allenarsi con regolarità.
Non dico che una sua sconfitta così prematura fosse nell’aria ma si poteva prevedere che avrebbe incontrato delle difficoltà. I problemi fisici, per lui oggi, vengono comunque prima degli avversari. Ha una lesione muscolare alla gamba sinistra che lo terrà fuori per almeno due mesi. Credo che punterà a tornare in forma per i tornei sul rosso e in particolare per il Roland Garros.
Discorso diverso vale per Ruud che l’anno scorso ha fatto con le finali Slam del Roland Garros, di Flushing Meadows e quella delle Atp Finals una stagione da incorniciare. Per qualcuno è andato oltre le sue reali possibilità e il dubbio che il 2022 rimanga un’annata molto speciale della sua carriera esiste. Ha perso dal californiano Brooksby che è un player promettente ma che nel 2022 ha abbastanza deluso.
Una sconfitta che assolutamente non mi aspettavo è stata quella di Fritz (8) contro la wild card Popyrin. Il match è stato molto combattuto, a dimostrarlo i tre tie-break giocati. Lo statunitense, secondo me, pur essendo molto migliorato nell’ultimo anno in termini di rendimento sente la pressione psicologica di essere entrato nell’elite. Non erano pochi quelli che pensavano si sarebbe potuto spingere fino alle semifinali. L’anno scorso a Flushing Meadows uscì al primo turno.
Discorso sicuramente diverso deve essere fatto per Zverev (12) che torna dopo un infortunio grave alla caviglia con annessa operazione che lo ha tenuto fuori per la seconda parte della stagione 2022. Ha perso dal lucky loser Mmoh. Dopo aver vinto il primo set al tie-break ha ceduto in modo netto negli altri tre. E’ evidente che per tornare in forma ha bisogno di partite e quindi di tempo. Dopo la vittoria alle Atp Finals di Torino del 2021 molti si aspettavano che il 2022 fosse per lui l’anno delle rivincite su tutto e tutti. E’ stato sfortunato ma secondo me rimane un giocatore che ha nell’irregolarità un imprinting difficilmente cancellabile.
Berrettini (13) è stato sconfitto ma il rimpianto non manca. E’ vero che contro Murray è partito molto male perdendo i primi due set ma nel quinto ha avuto sulla racchetta una palla di facile esecuzione per passare il turno. Il tennis è fatto di attimi, di frazioni di secondo e in quel momento il braccio di Matteo gli ha detto male. Uscirà dai top 20, ma i mezzi tecnici e fisici, se il corpo risponderà a dovere, non mancano per risalire la china. L’allievo di Santopadre viene da un anno balordo condizionato dai troppi stop che ha dovuto subire per infortuni di vario tipo. La condizione fisica, la possibilità di spingere e quindi una maggiore sicurezza nei propri mezzi sono fondamentali per tornare intorno alla decima posizione del ranking.
E’ uscito anche Carreño Busta (14) da Bonzi al super tie-break dopo una rimonta del francese che credevo non possibile. L’anno scorso il player di Gijón fece il torneo della vita a Montreal dimostrando una sicurezza nei colpi disarmante. Difficile possa ormai ripetersi a quei livelli.
Sicuri si sono mostrati Tsitsipas (3), Medvedev (7), Rune (9), Sinner (15) che hanno lasciato ai loro avversari, comunque abbordabili, le briciole. Anche Djokovic (4), Rublev (5), Norrie (11) e Tiafoe (16) hanno avuto solo un momento di distrazione che si è tramutato in un set perso.
Faccio notare che anche alcuni dei migliori che giocheranno il terzo turno hanno avuto non poche difficoltà. Auger (6) ha perso il primo set con Pospisil e soprattutto i primi due con Molcan prima di riprendersi, mentre Hurkacz (10) ha dovuto recuperare da una situazione abbastanza compromessa con Sonego che ha perso una grande occasione per chiudere in tre frazioni anche perché il polacco è entrato veramente in partita solo dopo oltre due ore.
Ho finora limitato il racconto ai migliori sedici. Dalla testa di serie 17 alla 32 è fisiologico che ci sia sempre qualcuno che lasci il torneo prima del previsto. Dispiace per Musetti (17) limitato da un problema alla spalla anche se non dobbiamo dimenticare che la sua superficie d’elezione è la terra rossa sulla quale sono convinto che quest’anno mostrerà ulteriori passi avanti in termini di risultati.
Ci sono poi le sconfitte di Coric (21) che deve molto della sua classifica al successo ottenuto a Cincinnati, Schwartzman (23), in caduta libera da diversi mesi, Kecmanovic (27) che l’anno scorso di questi tempi era sicuramente molto più in forma e performante, Davidovich Fokina (30) contro Paul che è un giocatore spesso sottovalutato e van de Zandschulp (32) nel derby olandese contro Griekspoor.
Ci sono già state diverse cadute rovinose, alcune rumorosissime ma non siamo ancora a metà percorso e quindi avremo il tempo per vedere ancora sorprese. Per ora accontentiamoci e continuiamo a fare il tifo per Sinner, l’unico italiano rimasto in gioco, sperando che anche gli astri tennistici siano dalla sua.