Finisce nel peggior modo possibile l’avventura nel 2023 di Matteo Berrettini (13) all’Australian Open che viene sconfitto da Andy Murray in una partita nella quale ha avuto anche un match point nel quinto set. Finito il torneo uscirà dalla top venti perché non è stato in grado di difendere i punti vinti l’anno scorso quando si era spinto fino alle semifinali. Matteo in quattro ore e quarantanove minuti di sfida è riuscito prima a deludere, poi a illudere, fino a perdere il super tie-break nel quale il britannico è stato perfetto.
L’inizio di Matteo non è dei migliori. E’ contratto, falloso e poco preciso. In pochi minuti è già sotto di un break. Andy è partito molto concentrato e sicuro. 3-0 Murray. Nel settimo gioco Matteo non sfrutta due occasioni di controbreak. Grazie a buoni servizi e a un passante vincente lo scozzese si porta sul 5-2 per poi chiudere in tutta tranquillità la prima frazione al nono game con un ace e senza concedere punti. 6-3 Murray.
Matteo continua a sbagliare, a essere poco incisivo e a non imporre né il servizio né il suo diritto che rompe la palla. Come nel primo set deve recuperare dallo 0-2 ma sembra lontano dal match, svuotato di energie psicofisiche e non in grado di incidere. Lo slice non funziona, il diritto non è performante, il servizio va a corrente alternata e Andy ne approfitta per brekkare una seconda volta al nono gioco. 6-3 Murray.
Nel terzo set il primo vero lampo di luce di Matteo si concretizza nel quinto game. Un bel passante seguito da un errore di diritto di Murray manda il romano per la prima volta in vantaggio. Aumenta il numero di ace, la macchina quasi all’ultima curva incomincia a girare meglio. Non è certo la migliore versione dell’azzurro ma è almeno sufficiente per vincere la terza frazione e rimanere ancora in partita. 6-4 Berrettini.
Nel quarto set non si vedono break ma a dir il vero neanche palle break. Il rendimento al servizio di Matteo è salito notevolmente e anche i colpi sono meno contratti, gli scambi sono sicuramente giocati meglio anche se il numero di errori gratuiti è sempre piuttosto alto. Murray continua a giocare al meglio delle sue possibilità e non è poco per uno che proprio a Melbourne nel 2019, con le lacrime agli occhi, aveva dato l’addio al tennis per i problemi all’anca che non gli davano tregua. In queste condizioni di equilibrio è giusto che vadano al tie-break. Murray si trova a recuperare ma non si dà mai per vinto. A Matteo servono tre set point per arrivare alla frazione decisiva. 7-67 Berrettini.
Sempre dopo ore di battaglia una partita di tennis si trasforma anche in qualcosa d’altro. C’è la tensione, l’adrenalina, le energie nervose e fisiche residue che tengono vivo un match che diventa fondamentale portare a casa. Matteo sul 5-4 ha sulle corde della sua racchetta la palla per chiudere un incontro che un’ora prima sembrava perso. L’errore che commette – affossa in rete un comodo rovescio in avanzamento con lo scozzese fuori gioco – è uno di quei colpi capace di non far dormire per notti intere.
Forse era destino che dovesse finire così: con Murray che dopo aver rischiato di vincere facile e ancor di più con la sconfitta al quinto set, fa valere al super tie-break l’esperienza di chi in questo torneo ha fatto ben cinque finali. Matteo riperde d’incanto il servizio che nel terzo e soprattutto nel quarto set aveva funzionato a meraviglia e sotto 5-0 non ha più alcuna possibilità di destabilizzare un vecchio marpione seguito di nuovo da Lendl, un altro grande del tennis che di battaglie epiche ne ha giocate e vinte tante. 7-66 Murray.
Rimane per Matteo il rammarico di un match point sciupato malamente in una partita giocata al coperto nella quale solo in poche occasioni ha dato veramente l’impressione di sentirsi a suo agio come nei giorni migliori.
Murray-Berrettini 6-3 6-3 4-6 67-7 7-66