Il sogno di vedere due semifinalisti italiani Slam come successe nel 1960 con Pietrangeli e Sirola al Roland Garros è rimandato. Dopo il successo in cinque set di Matteo Berrettini contro Gael Monfils ci aspettavamo – c’è qualcuno che ha coraggio di dire il contrario? – di vedere anche Jannik Sinner superare l’ostacolo dei quarti chiamato Stefanos Tsitsipas.
A dare manforte a questa ipotesi difficile ma che non sembrava impossibile c’erano state le prestazioni poco convincenti del greco durante questa edizione dell’Australian Open, in particolare quella giocata contro Taylor Fritz negli ottavi di finale. Stefanos aveva giocato sottotono e se il californiano avesse avuto maggiore instint killer, l’avversario per Jannik oggi sarebbe stato diverso.
Nel match odierno contro Jannik, Stefanos ha condotto una partita perfetta dal punto di vista tattico perché fin dal primo 15 non gli ha lasciato tempo e spazio di eseguire il suo solito tennis in progressione. Stefanos ha servito benissimo e ha giocato un diritto efficace, veloce e angolato che costringeva quasi sempre Sinner a rincorrere. Del greco mi è piaciuto molto la pulizia dei suoi colpi, esteticamente perfetti, che non hanno mai perso tuttavia d’efficacia.
Jannik non è quasi mai riuscito a rispondere, troppi diritti fuori misura e con il rovescio non riusciva a far partire lo scambio. Non ha avuto una palla break nel corso del match. Tsitsipas non gli ha permesso di fare la partita: stellare con la battuta, incisivo nella risposta.
L’altoatesino è sicuramente mancato al servizio, non è mai riuscito a prolungare gli scambi, a far perdere campo all’avversario, a sostenere ritmi alti con il suo pressing. Non c’è riuscito perché Tsitsipas, giocando una delle migliori partite degli ultimi mesi, non lo ha permesso.
I break del greco sono stati quattro, ben distribuiti, tutti ottimamente utilizzati alla prima occasione. Sono arrivati sempre all’inizio set e questo ha costretto Sinner a giocare sempre sotto stress, ha dovuto sempre rincorrere nel punteggio. Nel terzo set c’è stato anche un secondo break quando ormai anche il granitico Sinner era notevolmente demoralizzato.
Tsitsipas mi è stato superiore, ha giocato meglio, ha meritato la vittoria. E’ quello che ha ammesso il player di San Candido dopo la partita. La forte delusione si è unita alla consapevolezza che è necessario lavorare ancora molto per migliorare tutti gli aspetti del suo tennis.
I lavori sono ancora in corso, ovviamente, e un nuovo tecnico sicuramente di prestigio, che si unirà al suo gruppo, fanno capire che è lui il primo a sapere che la strada da percorrere è ancora abbastanza lunga ma ben tracciata.
Dovrà migliorare alcuni aspetti tecnici, lavorare dal punto di vista fisico, imparare nuovi colpi. Quelli che ha comunque finora nel suo repertorio a vent’anni e la determinazione mi fanno dire che avremo un Campione.
Tsitsipas-Sinner 6-3 6-4 6-2