Il tennista russo vince per la prima volta il torneo di Monte Carlo dopo aver raggiunto nel 2021 altre due finali Masters 1000.
Alla terza finale in un Masters 1000 Andrej Rublev ha fatto meritatamente centro. Recuperando da una situazione quasi disperata, Rune nel terzo set ha avuto la palla del 5-1, ha trovato la concentrazione e la tranquillità che spesso lo hanno limitato nella sua carriera. Quante volte abbiamo visto Andrej perdere la calma anche in situazioni di vantaggio o dopo un errore che non pregiudicava l’esito finale della partita?
Ieri è stato intelligente a lasciare al più giovane l’irrequietezza, il nervosismo e la rabbia di farsi del male, quell’autolesionismo che lo hanno spesso bloccato facendogli perdere partite già quasi vinte. Il moscovita che vive in Spagna aveva un precedente favorevole. A gennaio all’Australian Open si era salvato contro Holger da una situazione difficilissima, tirandosi su da un precipizio in fondo al quale c’era il vuoto della sconfitta. E’ probabile che questo ricordo positivo lo abbia aiutato anche ieri quando sull’1-4 del terzo set ha dovuto salvare la palla del 5-1 per il suo avversario.
Punto dopo punto è risalito con una pazienza che non gli avevamo quasi mai visto, come se nella sua mente avesse già proiettato i momenti felici della vittoria e della premiazione, come se già conoscesse l’happy end del film che stava contribuendo a girare.
Rune ha dimostrato di essere un campione impertinente e dal gioco ancora disordinato, capace di fare e disfare come Penelope che disfaceva di notte la tela che tesseva di giorno. Holger, che non ha ancora vent’anni, nell’irrequietezza della sua giovane età e nel provare a dettare i tempi della partita quando batte, si nutre del pubblico che gli fischia e dei continui battibecchi con il suo team. Un giorno, non credo fra molti anni, si volterà indietro e capirà che questo suo atteggiamento lo sfianca in partita, gli toglie il saluto dei colleghi e gli fa perdere il tifo del pubblico.
Rublev deve migliorare la qualità del suo gioco se vuole salire ancora in classifica e vincere titoli importanti. Ieri dopo il successo era felice come se avesse vinto uno Slam, titolo che difficilmente raggiungerà. Chi lo conosce bene dice che ha un atteggiamento autolesionistico e che non è mai riuscito a valorizzare il meglio di sé. Forse questo successo gli servirà per andare nella giusta direzione, credere di più in se stesso e portarlo nell’Olimpo anche se personalmente credo che rimarrà sempre un passo indietro rispetto a chi, nei prossimi anni, si giocherà i titoli maggiori.