Non voglio certo dire che abbiamo avuto un sorteggio facile visto i diversi assenti e le tante squadre che si sono presentate a questa edizione dell’Atp Cup con player non in buone condizioni. Giocare al turno d’esordio con la squadra di casa non è mai facile. Certo a onor del vero l’Australia non è quella degli anni ‘60 perché i giocatori che abbiamo visto oggi sono solo lontani parenti dei player degli anni d’oro del tennis australiano e di quelli di epoche successive.
Non siamo lì ed è sempre difficile giudicare le scelte del capitano. Santopadre ha deciso di schierare Matteo Berrettini, giocatore al rientro dopo le Atp Finals di Torino dove si dovette ritirare al primo match contro Zverev per problemi addominali, a distanza di meno di mezz’ora dalla sconfitta contro De Minaur nella quale ha mostrato che deve ancora trovare la forma.
Oltre a Simone Bolelli che ha giocato in coppia con lui c’erano in panchina Jannik Sinner che aveva speso poche stille di sudore per battere Max Purcell e che aveva avuto anche il tempo per riposarsi, Lorenzo Sonego e Fabio Fognini storico compagno di doppio del giocatore di Bologna.
La coppia John Peers-Luke Saville non è Newcombe-Roche e neanche Mc Namee-Mc Namara ma si sa che gli australiani conoscono perfettamente gli schemi del doppio, lo giocano abitualmente e sanno districarsi bene quando il risultato conta.
La cronaca di questo match a questo punto conta veramente poco. Voglio solo ricordare che i break decisivi sono arrivati al secondo gioco nel primo set e all’undicesimo nel secondo. Peers-Saville hanno fatto pochissimi errori e dimostrato di essere coppia. Noi tuttavia avevamo il dovere di fare meglio.
Non tocca certamente a me dire se la scelta di replicare Berrettini sia stata giusta o se bisognava provare soluzioni alternative. Sta di fatto che abbiamo perso un match che avevamo, visto il nostro livello, il dovere di vincere e ora siamo praticamente fuori, salvo miracoli, dalla Atp Cup. Il capitano dovrà spiegare la scelta e assumersi tutte le responsabilità come è giusto che sia.
Segue la cronaca dei due singolari.
Non lo dicevano tanto i precedenti – 2 vittorie a 0 per l’altoatesino – ma la differenza nella classifica Atp nella quale l’aussie è n° 176.
Tra Jannik Sinner e Max Purcell, che ha sostituito all’ultimo minuto James Duckworth, non poteva esserci partita alla pari e così è stato. Troppa la differenza tecnica, la pesantezza di palla, la capacità di trasformare qualsiasi debolezza dell’avversario in suo punto vincente.
Dopo circa 45 minuti Jannik stava dominando senza concedere nulla e si trovava in vantaggio per 6-1 4-0. A quel punto, visto che ogni tentativo di provare a tenere lo scambio da dietro era stato infruttuoso, da buon doppista l’australiano ha cambiato tattica e ha incominciato a spingersi a rete ad ogni occasione e non solo sul suo servizio.
La strategia lo ha riportato, almeno parzialmente, in partita visto che al sesto gioco ha strappato il servizio all’altoatesino. Per Max e per il pubblico che ha iniziato a sperare è stata solo un’illusione durata un lampo. Sinner non ha tremato, che abbia solo vent’anni non conta. Ha vinto l’ottavo game a 0 e ha chiuso al secondo match point in 63 minuti nei quali, a dir il vero, il risultato non è mai stato minimamente in discussione.
Alex de Minaur non viene certo da una stagione particolarmente esaltante ma quando gioca per la sua nazionale con Hewitt in panchina ritrova le energie, rinasce. E’ quello che è riuscito a fare anche contro Matteo Berrettini che non potevamo sperare di trovare in forma splendente. Matteo ha servito abbastanza bene ma ha trovato difficoltà alla risposta e soprattutto non riusciva a tenere quando gli scambi si allungavano.
A de Minaur è bastato un break al quarto game per chiudere il primo set per 6-3, mentre nel secondo Matteo è riuscito a reagire ad una situazione ormai disperata. E’ stato bravo a crederci ancora e ad aspettare gli errori che spesso l’australiano commette quando arriva ad un passo dal chiudere. Suoi quattro gratuiti o quasi hanno riportato Berrettini in partita sul 5-5.
Nel tie-break tuttavia l’australiano di Spagna è tornato a giocare in modo impeccabile. Si è portato in vantaggio 3-0 e non ha più concesso niente al suo avversario chiudendo al terzo match point per 7 punti a 4 dopo un’ora e 26 minuti.
Gruppo B
Australia-Italia 2-1
Sinner-Purcell 6-1 6-3
de Minaur-Berrettini 6-3 7-64
Peers/Saville-Berrettini/Bolelli 6-3 7-5