Pensavamo che Corrado Barazzutti non fosse capace di scelte coraggiose e ce ne lamentavamo. Durante questa settimana abbiamo capito che Vincenzo Santopadre, capitano non giocatore della nostra squadra solo all’Atp Cup in quanto allenatore del n°1 italiano, è ancora meno temerario.
Era indiscutibile che dovesse far giocare come singolaristi Berrettini e Sinner. Il primo lo ha ripagato completamente vincendo i tre incontri disputati mentre il suo pupillo ha vinto solo con Humbert.
Matteo ha giocato male solo nel primo incontro contro l’Australia perdendo da de Minaur ma poi si è ampiamente riscattato sia contro Humbert che contro Medvedev dimostrando che sta ritrovando la forma.
Nel doppio, match sempre decisivo, tuttavia Santopadre poteva cercare strade diverse. Oltre a Sonego, riserva di lusso, a completare la formazione aveva Bolelli che ha giocato contro l’Australia, e Fognini che si è comodamente seduto in panchina e da lì non l’ha mai fatto alzare.
Ricordo che mentre siamo alla ricerca di una coppia fondamentale per le competizioni a squadre, oggi il bolognese e il ligure sono gli unici che si possono definire tale. Forse Santopadre si è accorto che Fabio e Simone non erano in forma, ma avrebbe avuto una settimana per fare il lavoro che ha fatto con Matteo facendoli giocare fin dalla prima partita. Se non ci credeva per nulla era inutile portarli.
Peccato perché una migliore gestione del doppio ci avrebbe forse permesso di superare il turno di qualificazione che era sicuramente, bisogna dirlo, il più competitivo.
Detto tutto questo possiamo lamentarci di un’ulteriore sconfitta in una competizione a squadre, ma non possiamo certo dire che i nostri non si siano impegnati e abbiamo dato il massimo. Sinner ha dimostrato di essere un campione vero e di saper vincere anche quando il suo diritto non è fluido come al solito e i colpi non entrano come potrebbero.
Jannik Sinner ha incontrato Roman Safiullin che è un ottimo giocatore con una classifica non adeguata al suo valore. La forza dell’altoatesino si è vista nella capacità di saper annullare tre set point e sei palle break complessive prima di risolvere il primo set al tie-break per 8 punti a 6. Nel jeu decisif era sotto per 6 a 4.
Nel secondo set il rendimento del russo è sceso. Ha commesso più gratuiti, è risultato meno aggressivo e spesso si è fatto sorprendere da Jannik che è salito di rendimento pur senza giocare la sua migliore partita. Il break decisivo è arrivato al sesto gioco. Comunque anche nel secondo Sinner ha dovuto cancellare altre cinque palle break per non perdere il servizio.
Il match che opponeva Matteo Berrettini a Daniil Medvedev era obiettivamente difficile, quasi impossibile da portare a casa. Lo si è visto fin dalle prime battute. Nel secondo set Matteo ha acquisito fiducia e soprattutto ha migliorato moltissimo il rendimento al servizio. E’ stato il colpo che ha fatto la differenza rispetto al primo.
C’è stato un perfetto equilibrio, sette i game vinti a 0 con sicurezza e precisione. Nessun gioco è andato ai vantaggi. Nel terzo Daniil è stato chirurgico. Ha strappato il servizio al terzo gioco e non ha più offerto reali possibilità al romano di recuperare.
Il doppio è stato un match abbastanza equilibrato e giocato molto bene da Berrettini/Sinner nel primo set. Nel secondo hanno dovuto rincorrere da quando Medvedev/Safiullin hanno brekkato al terzo game. Nel super tie-break, che ha portato alla nostra eliminazione, la squadra italiana è stata capace di reagire al parziale di 0-2. Una bella chiusura a rete di Berrettini ci ha portato in vantaggio 3-2 ma alcuni errori gratuiti e la grande esperienza di Medvedev, trascinatore della Russia nella fase più concitata dell’intero match, hanno fatto la differenza. Hanno chiuso con un servizio vincente.
Fin qui la cronaca, per le considerazioni di fine match vale quello che ho scritto in apertura del pezzo.
Gruppo B
Russia-Italia 2-1
Sinner-Safiullin 7-66 6-3
Medvedev-Berrettini 6-2 65-7 6-4
Medvedev/Safiullin-Berrettini/Sinner 5-7 6-4 10-5