Con l’assenza forzata di Alcaraz, con Nadal e Ruud, i primi due del seeding, usciti anzitempo e con altri giocatori di primo piano che hanno deluso, la finale tra Stefanos Tsitsipas (3) e Novak Djokovic (4) è la migliore che ci potevamo attendere.
Nel 2021, anche se Novak durante una conferenza stampa ha fatto forse finta di dimenticare, è stata la finale del Roland Garros. In vantaggio di due set Stefanos si fece prima raggiungere e poi superare dal serbo che era riuscito a calibrare al meglio le sue forze approfittando anche di un del calo del greco abbastanza evidente.
In questo torneo Nole nonostante la sofferenza alla gamba sinistra ha dimostrato di essere in forma e non ha mai rischiato. Ha ceduto solo 50 game e un solo set, 15 negli ultimi due turni. Vuol dire che la sua condizione è andata progressivamente migliorando e domani probabilmente alzerà ancora l’asticella del suo gioco.
Credo che ce ne sia bisogno perché incontra il peggior avversario, migliore per noi che assistiamo, con il quale giocare. Stefanos gioca a tennis meravigliosamente bene. Ha tutti i colpi, è molto propositivo, ha efficaci costruzioni d’attacco, stilisticamente è molto bello da vedere. Se vogliamo trovargli un difetto si può dire che, in particolare nelle partite lunghe, ha alcuni momenti nei quali perde la concentrazione commettendo qualche errore di troppo. Generalmente non sono fasi lunghe ma è ovvio che contro Novak potrebbe costargli caro.
Manca una partita prima di archiviare l’edizione 2023 dell’Australian Open. E’ quindi giunto il momento di fare qualche considerazione. Personalmente mi hanno deluso quasi tutti, non riesco a pensare ad un player che ricorderò per le prestazioni in questo Slam. Malissimo Ruud, Aliassime, Medvedev, Fritz, male Tiafoe, Coric, Shapovalov e via discorrendo. Non vedo stelle capaci di illuminare il palcoscenico per un periodo abbastanza lungo.
Medvedev sembrava arrivato, ma negli ultimi mesi il suo gioco è diventato prevedibile e gli avversari hanno trovato le contromisure. Per Aliassime e Shapovalov, che alcuni anni fa vedevamo come dei predestinati, sono molte più le ombre che le luci, sono comunque troppo discontinui nel rendimento e quindi nei risultati.
Hanno fatto bene, tra i nomi nuovi, Lehecka, Shelton e Korda, nati nel nuovo millennio. Sinner è stato il player che ha messo in maggiore difficoltà Tsitsipas. Dovranno essere messi ancora alla prova per capire fin dove potranno arrivare. Ha stupito il venticinquenne Paul che ha indubbiamente giocato bene ma ha anche approfittato di un tabellone abbastanza favorevole.
La finale Djokovic-Tsitsipas è il meglio che il tennis ci può offrire in questo momento ma il tanto decantato cambio generazionale del quale ho parlato tante volte, non sembra convincere completamente.
Intanto godiamoci la finale, per tutto il resto ci penseremo a tempo debito sperando che questo momento arrivi veramente perché il rischio di avere un tennis molto fluido come succede da anni a quello femminile a oggi non è da scartare.