A vedere come a Madrid Alcaraz ha battuto Zverev e prima ancora Nadal e Djokovic sembrerebbe proprio che sia iniziata una nuova era tennistica e a sentire molti commentatori per i prossimi cinque o forse dieci anni tutti gli altri player saranno solo degli invitati ad un banchetto già apparecchiato. Quindi la storia del nostro sport avrebbe già scritto il suo destino per il terzo decennio del ventunesimo secolo.
Forse sull’onda dell’entusiasmo per i virtuosismi e i tocchi di gran classe che abbiamo visto in questi giorni e che nessuno può disconoscere, abbiamo perso obiettività e siamo giunti troppo velocemente a delle conclusioni azzardate.
Riepiloghiamo: Alcaraz gioca bene tutti i colpi, è velocissimo, ha un servizio in slice imprendibile, è imprevedibile, recupera palle impossibili, sa fare sempre la scelta giusta nel momento più opportuno e tanto altro ancora. Quindi possiamo chiudere baracca e burattini e darci a qualche altro sport come spettatori e tifosi perché Carlitos rappresenta la somma tennistica di Roger, Rafa e Nole e forse molto di più.
Succede spesso nello sport. Arriva un nuovo campione, perché Alcaraz lo è senza alcun dubbio, e siamo capaci di azzerare tutto. Aliassime, Sinner, Medvedev, Berrettini, Zverev, Shapovalov e tutti gli altri giocatori dei quali scrivevamo vizi e virtù fino a qualche mese fa quasi non esistono più.
Le vicende sportive invece sono difficilissime da prevedere e interpretare perché entrano in campo moltissime dinamiche tecniche in senso stretto e umane che non possiamo conoscere finché non le viviamo direttamente.
E’ indubbio che il ragazzo di Murcia che ha azzerato i tempi, li ha bruciati senza nemmeno avvisarci, segnerà un pezzo importante della storia del nostro sport ma … .
Sono troppi i ma per sapere cosa succederà nei prossimi anni, soprattutto se si considera che Carlos è un ragazzo in crescita, in via di formazione. A oggi possiamo solo dire che ha bruciato le tappe, ha rincorso e poi in un tempo brevissimo ha staccato tutti, ma siamo solo all’inizio della corsa e non all’ultimo metro della maratona.
E’ poi è azzardato pensare che tutti gli altri siano diventati dei brocchi al suo cospetto, che i loro colpi siano solo carezze e che il destino è già segnato perché dovranno accontentarsi del ruolo di coprotagonisti.
Non sono d’accordo. Sta incominciando una nuova era del tennis che deve essere ancora tutta scritta. Abbiamo visto solo le prime schermaglie. Carlitos sta provando la fuga ma i traguardi sono tanti e differiti nel tempo.
Cosa diremo quando arriveranno i suoi primi inciampi o quando ci entusiasmeremo per qualcuno che ci sorprenderà come sta facendo oggi lui? Che ci eravamo almeno in parte sbagliati mentre apriremo il portone al nuovo arrivato.