Proviamo a rispondere a questa interessante domanda con gli indizi che abbiamo.
Domanda intrigante alla quale è difficile dare una risposta precisa. Il termine next-gen è stato utilizzato per il tennis in particolare a partire dal 2017 quando l’Atp decise di organizzare il primo torneo per le giovani promesse. L’appuntamento che si svolge a Milano, al quale vengono ammessi i primi sette della classifica Atp oltre ad una wild card italiana che non abbiano superato i 21 anni, dà loro un bel gruzzolo ma nessun punto per la classifica. Vengono applicate alcune regole, a partire dalla lunghezza dei set al meglio dei quattro game, che potranno essere riproposte nel tennis dei grandi. Propongono un gioco meno tradizionale ad uso e consumo di un pubblico giovane e delle esigenze dei media. Molte di queste non entreranno mai in vigore, ma sono servite per aprire il dibattito.
Nonostante fossero in pochi a credere nel successo del torneo, l’edizione 2020 è saltata a causa della pandemia, negli anni pubblico e addetti ai lavori hanno gradito sempre di più. I giocatori sono rimasti soddisfatti di questa vetrina che li mette in luce, una settimana tutta per loro che ha mostrato in passerella il meglio del tennis mondiale. Ad esclusione di Auger-Aliassime che ha sempre declinato l’invito e Sascha Zverev che è passato da Milano nel 2017 solo per una promessa in quanto già promosso alle Atp Finals di Londra e ha limitato la sua presenza ad un set dimostrativo contro Tsitsipas che oggi, ironia della sorte, gli è davanti nel gioco e in classifica, tutti i migliori sono transitati per Milano.
Ci sono venuti Medvedev, il già citato Tsitsipas, Rublev, Shapovalov, Hurkacz, Sinner, Khachanov, Ruud, De Minaur, Coric, Fritz, Humbert, Kecmanovic, Fokina, solo per limitarmi ai tennisti che oggi sono tra i primi 50, con alterne fortune perché a fine stagione non tutti erano in forma. Finora il solo Chung, vincitore della prima edizione, non ha avuto, dopo un inizio promettentissimo, fortuna nel circuito Atp per motivi di salute. A Milano abbiamo visto i migliori qualche attimo prima che diventassero dei protagonisti assoluti. E’ evidente che il futuro del nostro sport è in mano a loro e a quelli che verranno, pandemia permettendo, già da questo novembre come Musetti, Alcaraz, Sebastian Korda e compagnia cantando.
Dimostrato quindi che chi è venuto ad assistere a Milano al torneo Next Gen ha sicuramente investito bene il suo tempo – cosa c’è di più bello che vedere un campione un attimo prima che sbocci definitivamente – resta l’amletico dubbio su chi sarà il primo tra i giocatori citati a vincere l’ambito Slam dopo la scorpacciata dei tre grandi.
Finora ad andarci più vicino è stato Medvedev che quando venne a giocare la prima edizione del torneo giovani non fece proprio una bella figura. Pochi allora avrebbero scommesso su di lui, invece il moscovita che vive sulla Costa Azzurra finora è stato l’unico, insieme a Zverev, a sfiorare la vittoria in un Major. Finale a Flushing Meadows nel 2019 contro Nadal persa al quinto dopo una perigliosa rincorsa e batosta qualche mese fa contro Djokovic a mezzo servizio nell’ultimo atto dell’Australian Open.
Sascha Zverev ha invece fatto la finale di Flushing Meadows nell’edizione dello scorso anno che chiamerei atipica visto quello che è successo. Nole ha perso la testa, gli sono bastati pochi secondi per non vincere un titolo che sembrava suo ancora prima che iniziasse il torneo. Ne ha approfittato Thiem che mentre attende una giornata storta di Nadal al Roland Garros, ha sottratto di mano al tedesco di Amburgo con origini russe il titolo degli U.S. Open con un recupero che non sarebbe stato possibile senza l’involontaria complicità di Sascha. Zverev ha tremato al servizio dopo aver quasi dominato e l’austriaco non si è fatto pregare nonostante non riuscisse più a muoversi con disinvoltura.
Detto dei due che si sono avvicinati maggiormente esprimo la mia opinione su chi invece potrà saltare a piè pari la fila. Dopo averlo visto giocare a Montecarlo penso che se non facessi il nome di Tsitsipas commetterei una grave omissione, direi imperdonabile. Per il Roland Garros è già quasi pronto. Se non sarà quello di quest’anno – Nadal parte ancora favorito, ma dovrà stare molto attento – per quello del 2022 non vedo chi, tranne sorprese, lo potrà superare. Il greco ha tutto per vincere: un grande diritto, un rovescio esteticamente perfetto e in continuo miglioramento dal punto di vista tecnico, un ottimo servizio e un buon gioco nei pressi della rete, personalità straripante e un ego che non gli fa certo difetto.
Rublev ha stroncato Nadal nel torneo del Principato, ha un numero impressionante di vittorie negli ultimi dodici mesi ma per fare il passo Slam deve migliorare l’aspetto difensivo, il gioco a rete e imparare a verticalizzare maggiormente. Se arrivasse al successo senza questi adeguamenti sarebbe uno dei vincitori Major dal gioco più noioso che abbia mai visto. Il diritto asfissiante e sincopato non basta.
Divertentissimo è invece Shapovalov. Alcuni incominciano a pensare che lo sia fin troppo. Certo, non è pronto per il Roland Garros e neanche per Wimbledon e Flushing Meadows dove il suo gioco sembrerebbe rendere al meglio. E’ necessario che diminuisca in modo consistente il numero di errori inutili che continua a commettere. Qualcuno gli deve spiegare che non è obbligato a far punto ogni volta che fa vibrare le corde della sua racchetta. Il talento c’è sicuramente, finora tuttavia è stato speso malissimo.
Gli altri giovani che ho nominato sono forti ma non ancora abbastanza. Rappresentano ormai l’elite del tennis mondiale, scalano i vertici della classifica, ma a oggi non me la sento di fare i loro nomi come prossimi vincitori Slam. Molti si stabilizzeranno nella top 20 sostituendo la generazione nata nella prima metà degli anni ’90 e alla fine degli ’80, ma non credo che riusciranno ad andare oltre. Tanto per capirci non riesco a vedere Coric, Fritz o Humbert vincere nel giro di un anno o due un Major. Probabilmente non ce la faranno mai, ma rimarranno ai vertici del tennis per molti anni.
Ci sono poi quelli nati nel nuovo millennio, Sinner prima di tutti. Sono quasi certo che possa diventare un vincitore seriale di Slam come qualcuno più competente di me ha già detto. Bisogna tuttavia aspettare, come ha ricordato il suo allenatore, che scadano almeno le famose centocinquanta partite per considerare traguardi del genere. Per la seconda metà del 2022 possiamo incominciare a farci un pensierino, oggi è presto. Per Musetti, Sebastian Korda e Alcaraz saranno i risultati a dettarci i tempi, ma chiaramente siamo ancora molto lontani.
Se poi a vincere il primo titolo Slam sarà Auger-Aliassime che ha incominciato a farsi seguire da Toni Nadal per fare in modo che i suoi colpi diventino strategia e tattica e quindi gioco pigliatutto, considerato che lui a Milano non è mai venuto, bisognerà ripensare anche alle Next Gen!